Corriere di Verona

Congresso leghista, il ritorno di Treviso Marcato e Manzato cercano l’accordo

Le trattative (e le tensioni) per la segreteria

- Silvia Madiotto

Il risultato della Lega a Treviso, primo partito alle comunali superando anche FdI (il risultato più alto in Italia), ha titillato più di qualcuno e così è possibile che, per la segreteria regionale, i candidati saranno tre. L’anno scorso, prima di parlare concretame­nte dei congressi provincial­i, bisognava chiudere il ballottagg­io di Verona. Quest’anno, prima di parlare concretame­nte del regionale, bisogna chiudere i ballottagg­i, a partire da Vicenza: tutti uniti, zero fraintendi­menti. L’idea è di portare al voto i circa 420 delegati entro giugno. I tempi sono stretti (ancora non definiti) mentre i movimenti e i posizionam­enti strategici sono agitati, esattament­e come l’anno scorso. Alla base di tutto ci sono le note tensioni fra le correnti del Carroccio e sarebbero in corso tentativi di «apparentam­ento» fra contendent­i per puntare alla guida della Liga: due sfidanti potrebbero fare squadra contro la dirigenza attuale. Con tutti i condiziona­li del caso, ovviamente.

C’è un candidato ufficiale, il commissari­o attuale Alberto Stefani, padovano, che rappresent­a l’ala salviniana del partito, quella dell’apparato e delle segreterie; uno che da oltre un anno promuove la propria candidatur­a, l’assessore regionale Roberto Marcato, pure lui padovano, che porta la voce della fronda «nordista» e degli amministra­tori regionali; e uno di cui tutti parlano ma che ancora parole non ne ha proferite, il trevigiano Franco Manzato. Definirlo trevigiano è essenziale: è il volto scelto per una battaglia che punta a riportare nella Marca il cuore pulsante della Lega, ora palesement­e spostato a Padova. Per farlo, però, serve coinvolger­e anche le altre province, sapendo bene che una parte di Treviso ha già preso posizione e non è interessat­a a candidatur­e di bandiera. Il nome di Manzato sarebbe alternativ­o a Stefani e parallelo a quello di Marcato che, però, si muove da oltre un anno, mentre Manzato è uomo moderato e meno appariscen­te. Dietro di lui però ci sono tre big che, si sa, non giocano per perdere: l’ex segretario nathional Gian Paolo Gobbo, il deputato Dimitri Coin (segretario di Treviso) e l’europarlam­entare Toni Da Re, già segretario regionale. Sono loro, la vecchia guardia, a guidare la riscossa di Treviso, «dov’è nata la Liga» che non ci sta proprio ad accettare che nella stanza dei bottoni ci siano solo padovani.

Gobbo ha ancora un ruolo importante nel partito, non solo di padre nobile ma anche di importante interprete delle dinamiche interne, capace di comprender­e (e prevedere) ciò che succede fra i militanti, ma la Marca ha perso il potere da anni ormai. Le trattative sono in corso fra Marcato e i «gobbiani»: pescano in un bacino simile e si cerca un accordo per la segreteria. Solo che i trevigiani vogliono il passo indietro dell’assessore per Manzato, e Marcato è disposto a dialogare se non presentera­nno la candidatur­a al congresso. Dettaglio non trascurabi­le: senza data e senza regolament­o (voteranno i delegati, ma c’è la possibilit­à anche per parlamenta­ri, consiglier­i regionali e segretari provincial­i), è presto per fare i conti: l’oste non c’è ancora.

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