Corriere di Verona

Venezia, dice no a bar e souvenir: «Affitto a un libraio»

Scelta controcorr­ente alla Giudecca: «Lì ci ha lavorato mia madre per una vita, volevo una funzione sociale»

- Camilla Gargioni

L’ennesimo bar, l’ennesimo ristorante, l’ennesimo negozio di souvenir. Alla Giudecca, l’isola oltre l’omonimo canale di fronte a Venezia, invece, gli stereotipi vengono combattuti: ne è un esempio Marcello Strozzi, che ha rinunciato a più di cinque offerte di esercenti pur di dare quel negozio, appartenut­o a sua mamma, a un’attività che mantenesse il più autentica possibile la zona della Palanca. «Il negozio ha chiuso nel 2019, mia mamma ha lavorato lì per 30 anni anche se l’attività c’era da prima, parrucchie­ri per cinquant’anni. – spiega Strozzi, giudecchin­o – Non abbiamo trovato nessuno che rilevasse l’attività, quindi ci siamo affidati alla nostra agente immobiliar­e Acerboni». Il monito è stato di accettare solo richieste di chi non proponeva nuovi ristoranti, bar o cicchetter­ie o negozi turistici. «Sopra quello spazio abita ancora mia mamma – sottolinea Strozzi – a fianco una signora tedesca ha aperto una galleria d’arte, dall’altro lato c’è un altro spazio espositivo. È una zona che ha perso le sue attività storiche, dove abito io c’era un panettiere». Insomma, l’obiettivo era chiaro, l’intenzione di promuovere un’attività contro l’overtouris­m che soffoca la città ormai anche nelle aree più distanti dal centro. Le chiamate si susseguono, ma vengono declinate.

Fino a quando si fa vivo Alexandre Sap. Sap è francese, ha due librerie a Parigi e a Marsiglia specializz­ate in volumi di arte, architettu­ra e ha scelto Venezia come casa del suo terzo store. «Quando ci ha spiegato la sua visione, siamo andati subito d’accordo. – spiega Strozzi – Si è innamorato della Giudecca per la vista e l’apertura che ha su Venezia». «Sono contento di mostrarvi – ha scritto sui social Sap – un nuovo pezzo di paradiso, la mia piccola Giudecca dove abbiamo portato i nostri bagagli per lanciare “Rupture Arts & Books Venezia”». La libreria, infatti, ha inaugurato in piena vernice della Biennale Architettu­ra lo scorso giovedì, ospitando per l’occasione l’architetto e designer argentino Marcelo Joulia. Non solo libri, lo spazio mette in mostra anche le opere dell’artista francese Emmanuelle Luciani «Ghost Memories». Una libreria molto settoriale, che crea un nuovo angolo artistico in Giudecca, che all’altro «estremo» ospita la casa dei Tre Oci del magnate americano Berggruen. «Era il negozio di mia mamma, era fondamenta­le che mantenesse una funzione sociale» afferma Strozzi. Nuove luci accese in una Venezia che cerca di svincolars­i dai negozi di bassa qualità e da quelle attività che aprono per chiudere pochi mesi dopo. E, questa volta, la spinta è arrivata proprio dal proprietar­io del fondo.

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(Foto Vision) Proprietar­io Marcello Strozzi e la futura libreria

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