Corriere di Verona

Libertà di borseggio, l’ira dei sindaci «Ladri liberi, va cambiata la legge»

La Cartabia ha reso più complicate le condanne. In laguna quasi 3 mila furti in strada l’anno

- Marianna Peluso (ha collaborat­o Antonella Gasparini)

Sfilano portafogli dalle tasche, infilano le mani negli zaini, cercano contanti. L’ultima vittima famosa dei borseggiat­ori delle città d’arte (e non solo) è stata la ministra della cultura del Brasile Margareth Menezes, scippata in vaporetto a Venezia, mentre andava alla Biennale Architettu­ra.

La vittima «eccellente» porta alla luce una piaga dei periodi turistici, ma che negli ultimi mesi sembra peggiorata. La colpa sarebbe della legge Cartabia che avrebbe reso più complicato condannare i ladri di strada, tanto da creare una sorta di «libertà» di borseggio.

A inizio marzo, una ragazza di 22 anni è stata processata per direttissi­ma a Venezia dopo esser stata presa a Rialto con le mani nella borsa di una turista statuniten­se. L’udienza è stata rinviata al 10 maggio, nel frattempo la turista è rientrata a casa, nel Vermont, senza potersi presentare in tribunale dove era stata citata a giudizio e senza mettersi in contatto on line con il tribunale. Morale: l’accusa è decaduta perché la riforma del codice penale equipara l’assenza della parte lesa di fronte al giudice a una remissione tacita della querela. E sono cadute anche le misure cautelari di divieto di dimora nel Comune di Venezia, che comunque non avrebbero nemmeno causato un gran danno alla borseggiat­rice, visto che risulta residente a Milano e in trasferta a Venezia. «Il problema è la remissione di querela – dice il vicecomand­ante dei vigili di Venezia Gianni Franzoi - di fatto i borseggiat­ori restano impuniti. Quasi tutti hanno già il divieto di dimora e sono anche italiani, di etnia per lo più rom. E sanno che è un reato per cui procedere è diventato difficile». «Tutta colpa della riforma Cartabia – sottolinea l’assessora alla sicurezza di Venezia Elisabetta Pesce - Come Lega abbiamo presentato delle proposte di intervento, ma bisogna prima mettere mano appunto alla riforma». I borseggiat­ori non possono essere arrestati neppure colti in flagranza di reato, ma solo se c’è la denuncia. «Questo vanifica l’azione delle forze dell’ordine – spiega Stefania Zivelonghi, assessora alla sicurezza del Comune di Verona - nel caso in cui la parte offesa sia, ad esempio, un turista in procinto di ripartire». E’ vero che la vittima può presentare memorie scritte, può testimonia­re per via telematica e facendosi rappresent­are da un avvocato italiano, ma nella realtà i casi sono rari quando si tratta si turisti.

Secondo l’indice della criminalit­à stilato dal Sole 24 Ore a fine 2022 nelle 106 province italiane, Venezia è sul gradino più alto del podio tra le città venete (e al sesto posto tra le città italiane), con 308,8 furti con destrezza su 100.000 abitanti (pari a poco più di 2635 borseggi solo nel 2022), seguito da Verona, con una media di 133,9 borseggi ogni 100mila abitanti e Padova con il dato di 121,9 piccoli furti su 100mila abitanti. «Un effetto deleterio quello della mancanza di una pena - commenta il questore di Venezia Maurizio Masciopint­o - Perché senza punizione viene meno ogni deterrente a compiere il reato. Questo non significa però che la polizia non predispong­a servizi per il contrasto del fenomeno». Solo due settimane fa, a Venezia, un altro borseggiat­ore è stato colto in flagrante dopo aver derubato una coppia di turisti giapponesi: è stato denunciato solo perché si era anche denudato per sfregio verso le sue vittime che chiedevano aiuto. «Il nostro dovere è la repression­e del reato - precisa il comandante della polizia locale di Padova Lorenzo Fontolan – ma, con queste modifiche, l’attività della polizia giudiziari­a rischia di essere vanificata, perché il reo non viene punito a meno che non ci sia un’aggravante, che diventa l’unica condizione per la prosecuzio­ne del procedimen­to penale. Solo il ministro potrebbe portare questo nodo all’attenzione del governo, per scioglierl­o». Gli appelli al ministro della Giustizia Carlo Nordio si sprecano. «Forse – aggiunge Masciopint­o — bisognereb­be

” Assessore Zivelonghi Quando le vittime sono turisti che partono l’azione delle forze dell’ordine è vanificata

pensare a un diverso tipo di sanzioni di natura amministra­tiva o a un sistema all’americana: la flagranza di borseggio porterebbe a far scattare, ad esempio, trenta giorni di lavori socialment­e utili». Intanto l’assessore alla sicurezza urbana del Comune di Padova Diego Bonavina ha pensato a un percorso formativo sulla riforma dedicato agli agenti della polizia locale. «Ci sono situazioni che potrebbero creare allarmismo soprattutt­o tra gli agenti sul territorio – conclude Bonavina - perché ci sono prerogativ­e nuove e stringenti, che possono creare difficoltà. Come tutte le riforme, occorre tempo per capire come la teoria si concretizz­a nell’applicazio­ne pratica e dare un giudizio definitivo».

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La ministra della cultura del Brasile Margareth Menezes è stata borseggiat­a in vaporetto a Venezia mentre andava alla Biennale Architettu­ra. Da Venezia a Verona i sindaci chiedono di cambiare la riforma Cartabia
Derubata La ministra della cultura del Brasile Margareth Menezes è stata borseggiat­a in vaporetto a Venezia mentre andava alla Biennale Architettu­ra. Da Venezia a Verona i sindaci chiedono di cambiare la riforma Cartabia

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