Corriere di Verona

Dagli attacchi feroci all’intesa Il patto Cicero-Rucco che agita il ballottagg­io di Vicenza

L’ex assessore diceva: «Con lui mai». E ora il sindaco spera nella rimonta

- Di Claudio Trabona

È la politica, bellezza. Succede che Francesco Rucco, sindaco uscente del centrodest­ra costretto al ballottagg­io dal rivale Giacomo Possamai del centrosini­stra, annunci l’accordo di apparentam­ento con Claudio Cicero, suo ex assessore cacciato nel 2019, candidato in proprio al primo turno con la sua lista Impegno a 360° (bottino non eccelso: la sua teorica dote è di 1.217 voti, il 2,57%).

Gli attacchi e il patto

E così Cicero, highlander della politica vicentina, detto anche il Signore degli Anelli, dove ironicamen­te per anelli si intendono le rotatorie lungo gli incroci delle strade di cui è stato un appassiona­to promotore in città, si scorda d’un colpo le parole con cui giudigio cava, malissimo, l’operato della giunta. «Ancora, a distanza di anni, non so perché sono stato mandato via - attaccava durante un dibattito televisivo agli inizi del mese - . Forse perché facevo centinaia di delibere e questo dava fastidio». E ancora, sul progetto dell’Alta velocità ferroviari­a: «Non sono state prese in consideraz­ione alternativ­e a questo pessimo progetto. E spicca l’assenza dell’amministra­zione comunale e anche quella provincial­e, che faceva capo sempre al sindaco».

Ma, appunto, in politica le parole scivolano come acqua sul marmo e Cicero, dopo aver promesso con fermezza che non avrebbe dato appogalcun­o («con Rucco mai!» esclamava nella sede di Confartigi­anato il 10 maggio), ora torna a casa, ovvero il centrodest­ra a cui è vicino per radici politiche: alle Comunali del 2018 con la sua lista personale aveva appoggiato il sindaco fin dal primo turno. L’accordo di apparentam­ento oggi fa ancora più scalpore perché si basa sulla Tav, ovvero la grande opera che a Vicenza si è trasformat­a in una farsa lunga trent’anni. E ora che i cantieri sono già aperti fino alle porte del Comune, adesso che siamo vicini al traguardo, Rucco accetta la condizione di Cicero sul tema principe della sua campagna elettorale: moratoria sul progetto di attraversa­mento della città, attualment­e diviso in due lotti.

Tutto in discussion­e

La situazione è questa: dall’ingresso a ovest fino alla stazione siamo in prossimità del progetto esecutivo; da quest’ultima fino all’uscita verso est siamo ancora alle idee. Per Cicero - e Rucco sembra impegnarsi ad accontenta­rlo tutto può essere rimesso in discussion­e, anche il primo lotto. Il che vorrebbe dire rinvio a chissà quando del completame­nto dell’Alta velocità veneta, che non solo ha già prodotto un’infinità di discussion­i e ritardi, ma anche decisioni bizzarre come la costruzion­e (milionaria per i costi) di una fermata cittadina davanti la Fiera, da attivare per una decina di giorni e solo due volte l’anno, ovvero quando si tengono le due rassegne orafe internazio­nali. Della serie: Tav con frequenza di fermate da Accelerato degli anni 60.

Pare che per convincere Cicero al patto sul ballottagg­io si sia speso Matteo Salvini, avvicinand­olo personalme­nte, cosa non proprio trascurabi­le visto che il leader della Lega è anche il ministro della Tav, cioé delle Infrastrut­ture. Uno sforzo, quello di Salvini, che invece non s’è visto sull’altro grande fronte del centrodest­ra: i componenti del governo si sono affacciati a Vicenza per la campagna elettorale, ma Giorgia Meloni no. E c’è un pezzo dei Fratelli d’Italia, che afferisce localmente all’assessore regionale Elena Donazzan, che è indiziato di impegno assai tiepido, per non dire nullo, a favore di Rucco.

Lo strappo in lista

La mossa di Cicero ha smosso comunque le acque, anche all’interno della sua lista, lacerandol­a: già poche ore dopo l’annuncio dell’apparentam­ento, domenica, Alessandra Lolli e Domenico Pigato, l’ex consiglier­a comunale e lo storico sodale di Cicero, hanno reso noto lo strappo con un comunicato: «Crediamo che i nostri elettori si sentano quantomeno confusi e sconcertat­i assistendo, nel breve volgere di pochi giorni, ad una miracolosa conversion­e, decisa poi senza aver chiesto almeno un parere ai componenti della lista».

E Giacomo Possamai? L’astro nascente del Pd, che è riuscito a piazzarsi davanti a Rucco al primo turno(46 a 44 per cento), risponde cooptando un altro ex della giunta uscente, Lucio Zoppello, presentato­si alle elezioni con la civica Rigeneriam­o Vicenza Insieme. Non si tratta di un apparentam­ento formale, che implica una quota di consiglier­i da riservare, ma di un accordo politico: in caso di vittoria a Zoppello sarebbe concesso un ruolo di regia e coordiname­nto (da assessore?) proprio sui lavori pubblici e in particolar­e sulla Tav. In questo modo il fronte del giovane Giacomo si fa ancora più largo, visto che va da Coalizione civica a personaggi provenient­i da Forza Italia. Possamai ieri ha avuto parole dure per i due avversari: «Sulla Tav scopriamo oggi, con sconcerto, che Rucco ha cambiato totalmente idea, dopo aver detto per anni che non si poteva cambiare nulla del progetto. E che, allo stesso tempo, Cicero

” Possamai Cicero ha cambiato idea su Rucco dopo averne detto peste e corna. Una giravolta straordina­ria

Gli equilibri

L’ex assessore porta in dote il 2,57%. Ma sull’apparentam­ento la sua lista si è spaccata

ha cambiato idea su Rucco, dopo aver detto per mesi di lui peste e corna. Una serie di giravolte straordina­rie, tutte maturate in poche ore, che denunciano la credibilit­à ormai esaurita su questo tema dell’amministra­zione uscente. Lo dico con chiarezza: saremo noi, se il ministro Salvini confermerà che c’è tempo per attuare modifiche, a portare a casa le modifiche importanti che la città reclama. Perché siamo noi che le chiediamo, da anni, e le abbiamo inserite nel programma fin dal primo giorno». Possamai aveva scommesso sul mancato appoggio di tutti gli ex assessori di Rucco che si erano candidati in proprio: Cicero rappresent­a un po’ la minaccia dell’ultim’ora. Anche perché la partita si gioca sul filo, poco più di mille voti di differenza al primo turno, e lungo i binari dell’opera ferroviari­a su cui la città s’incarta dagli anni Novanta.

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