Banche addio, rivoluzione in Veneto Sviluppo E a Veneto Innovazione va la gestione dei fondi Ue
Si stima un esborso fa i 45 e i 50 milioni. Il presidente Spagna in pole per la riconferma
Veneto Sviluppo cambia pelle, si libera delle banche, i soci privati (per una cifra che si aggira sui 45-50 milioni di euro) e diventa non solo una società 100% in house della Regione ma anche una vera e propria holding in gradi di «inglobare» Veneto Innovazione. L’altra partecipata regionale detenuta interamente da palazzo Balbi vedrà le sue quote «conferite» proprio a Veneto Sviluppo. Con un obiettivo chiaro: dividere gli ambiti di competenza. A Veneto Innovazione, infatti, resterà in capo tutta la cosiddetta «finanza agevolata» a sostegno delle piccole e medie imprese del territorio. Con un’aggiunta importante. Come già anticipato dal Corriere del Veneto, la gestione dei fondi comunitari, quindi lavoro, turismo e, soprattutto agricoltura, finirà lì alleggerendo il lavoro degli assessorati che fino a oggi li hanno gestiti direttamente. Faranno eccezione i fondi per il settore del Sociale che, invece, resteranno in gestione all’assessorato guidato da Manuela Lanzarin.
A Veneto Sviluppo, a quel punto «liberata» dal 49% attualmente detenuto dagli istituti di credito, resteranno da solcare le praterie della finanza di mercato pura. Con il «gancio» della Fvs Sgr, la società di gestione del risparmio che gestisce anche alcuni fondi di investimento. La nuova architettura della finanziaria regionale, partorita dopo un anno e mezzo di paziente trattativa con gli istituti di credito, è stata distillata in un testo che inizierà il suo iter in prima commissione già domani per approdare, con una certa premura, al voto in consiglio regionale. «Un testo spiega preventivamente Francesco Calzavara, assessore con delega alle Partecipate - che, essendo frutto di cesellatura e attente valutazioni, mal si presta a emendamenti di sorta». La proposta di modiche alla legge istitutiva di Veneto Sviluppo è stata pubblicata ieri nel sito di palazzo Ferro Fini dopo le pressioni da parte di più gruppi consigliari stanchi di attendere, rinvio dopo rinvio.
Il nodo da sciogliere, una volta decisa la mutazione della finanziaria regionale, è stato, naturalmente, concordare la liquidazione dei soci privati. Di questo, nel dettaglio, si occuperà il consiglio di amministrazione convocato giusto per questa mattina.
Nella proposta di modifica al vaglio del consiglio regionale, si legge testualmente: «l’acquisto delle azioni attualmente detenute dai soci privati da parte della Società stessa sarà realizzato a fronte di una riduzione del capitale sociale. Il corrispettivo sarà stabilito fra le parti sulla base di apposite perizie e potrà, eventualmente, essere costituito anche da beni in natura». Tradotto, parte del pagamento sarà in quote di fondi legati a Fvs Sgr (oggetto, però, di possibili fluttuazioni di valore), la maggior parte, però, sarà cash. Una modalità che ha consentito di strappare (anche grazie alla tecnicalità della riduzione del capitale sociale) un accordo che non dovrebbe superare i 50 milioni sui 135 di patrimonio netto. E sulla governance, si scommette sulla riconferma di Fabrizio Spagna al timone. Ma nel nuovo Cda tutto pubblico, in molti puntano sul dirigente regionale Gianluigi Masullo.