Tassisti in allarme dopo l’aggressione «Quelle sassate una tragedia sfiorata»
La categoria: «Violenza in aumento, certe zone vanno presidiate di più»
«Siamo preoccupati, come cittadini e come tassisti». L’episodio di venerdì scorso in viale Piave, con una conducente e il suo cliente presi a sassate da una quarantina di persone incappucciate e poi riusciti fortunatamente a scappare sani e salvi, riporta sugli scudi la categoria veronese - composta da 177 conducenti - che lancia l’allarme nei confronti di una «città che sta diventando più complessa, dove si riscontra una frequenza crescente di situazioni violente, aggressioni; nonostante si stia presidiando meglio la città, alcuni punti andranno presidiati ancora di più» come dice Ferdinando Marchi di Confcommercio.
Si tratta del secondo grave episodio di violenza nel giro di 18 mesi a Verona, il precedente è dell’ottobre 2021, con un conducente accoltellato nel tragitto tra Verona e Legnago. Nel porgere solidarietà e vicinanza alla collega, «che ha avuto una grandissima prontezza di spirito, sangue freddo, ha di fatto salvato la vita all’utente, perché se non avesse fatto quello che ha fatto oggi avremmo un caso di cronaca nera», Daniela Campostrini di Cna Taxi, assieme ai rappresentanti di Radio Taxi, Confcommercio Taxi, Uri Taxi, chiede di istituire un tavolo permanente in Prefettura con le forze dell’ordine per tenere monitorata la situazione e trovare soluzioni che possano aumentare il livello di sicurezza, «visto che possiamo essere considerati un presidio mobile costante, siamo occhi che circolano su tutta la città e che quindi possono vedere le cose che capitano, possiamo essere un anello collaborativo con chi si occupa di sicurezza».
«Chiediamo solidarietà fra istituzioni e mondo del lavoro, affinché non solo il mondo dei taxi ma l’intera società civile non sia mai in ostaggio di pochi violenti» le fa eco il presidente di Radio Taxi, Daniele Garonzi.
I tassisti, che riconoscono un miglioramento della situazione, specialmente nella zona critica della stazione, «grazie al lavoro delle forze dell’ordine» e sono consapevoli dei rischi del mestiere (si vedano ad esempio le aggressioni verbali subite) sono, però, convinti che la problematica vada ricercata soprattutto nei comportamenti delle persone, peggiorate dopo il Covid che, a loro dire, «ha inacidito i rapporti». «C’è poca attenzione all’altro. Ci vuole un cambio di marcia: le istituzioni, le associazioni, il mondo economico devono avere una visione unica e spendere energia per combattere questo aumento di aggressività, programmando azioni di ascolto, di formazione e di solidarietà» conclude Garonzi. Chiedono, inoltre, che vengano tenute sotto controllo maggiormente le zone più critiche, come, appunto, la zona di viale Piave dov’è accaduto l’agguato di venerdì.
«Di zone ce ne sono, le conosciamo tutti, anche le forze dell’ordine» aggiungono i rappresentanti dei tassisti, sottolineando come, per regolamento comunale, il tassista è tenuto a coprire anche quelle. «Dal momento in cui accettiamo la corsa, dobbiamo portare il cliente dove vuole. Poi c’è il buon senso: la collega non è entrata nella proprietà privata, è rimasta sulla pubblica via; non è che ci si possa esimere dal servizio. È poi difficile capire a priori la situazione che si potrebbe verificare».
” Campostrini (Cna) Senza il sangue freddo mostrato dalla collega oggi avremmo un caso di cronaca nera