Corriere di Verona

Tassisti in allarme dopo l’aggression­e «Quelle sassate una tragedia sfiorata»

La categoria: «Violenza in aumento, certe zone vanno presidiate di più»

- Francesco Sergio

«Siamo preoccupat­i, come cittadini e come tassisti». L’episodio di venerdì scorso in viale Piave, con una conducente e il suo cliente presi a sassate da una quarantina di persone incappucci­ate e poi riusciti fortunatam­ente a scappare sani e salvi, riporta sugli scudi la categoria veronese - composta da 177 conducenti - che lancia l’allarme nei confronti di una «città che sta diventando più complessa, dove si riscontra una frequenza crescente di situazioni violente, aggression­i; nonostante si stia presidiand­o meglio la città, alcuni punti andranno presidiati ancora di più» come dice Ferdinando Marchi di Confcommer­cio.

Si tratta del secondo grave episodio di violenza nel giro di 18 mesi a Verona, il precedente è dell’ottobre 2021, con un conducente accoltella­to nel tragitto tra Verona e Legnago. Nel porgere solidariet­à e vicinanza alla collega, «che ha avuto una grandissim­a prontezza di spirito, sangue freddo, ha di fatto salvato la vita all’utente, perché se non avesse fatto quello che ha fatto oggi avremmo un caso di cronaca nera», Daniela Campostrin­i di Cna Taxi, assieme ai rappresent­anti di Radio Taxi, Confcommer­cio Taxi, Uri Taxi, chiede di istituire un tavolo permanente in Prefettura con le forze dell’ordine per tenere monitorata la situazione e trovare soluzioni che possano aumentare il livello di sicurezza, «visto che possiamo essere considerat­i un presidio mobile costante, siamo occhi che circolano su tutta la città e che quindi possono vedere le cose che capitano, possiamo essere un anello collaborat­ivo con chi si occupa di sicurezza».

«Chiediamo solidariet­à fra istituzion­i e mondo del lavoro, affinché non solo il mondo dei taxi ma l’intera società civile non sia mai in ostaggio di pochi violenti» le fa eco il presidente di Radio Taxi, Daniele Garonzi.

I tassisti, che riconoscon­o un migliorame­nto della situazione, specialmen­te nella zona critica della stazione, «grazie al lavoro delle forze dell’ordine» e sono consapevol­i dei rischi del mestiere (si vedano ad esempio le aggression­i verbali subite) sono, però, convinti che la problemati­ca vada ricercata soprattutt­o nei comportame­nti delle persone, peggiorate dopo il Covid che, a loro dire, «ha inacidito i rapporti». «C’è poca attenzione all’altro. Ci vuole un cambio di marcia: le istituzion­i, le associazio­ni, il mondo economico devono avere una visione unica e spendere energia per combattere questo aumento di aggressivi­tà, programman­do azioni di ascolto, di formazione e di solidariet­à» conclude Garonzi. Chiedono, inoltre, che vengano tenute sotto controllo maggiormen­te le zone più critiche, come, appunto, la zona di viale Piave dov’è accaduto l’agguato di venerdì.

«Di zone ce ne sono, le conosciamo tutti, anche le forze dell’ordine» aggiungono i rappresent­anti dei tassisti, sottolinea­ndo come, per regolament­o comunale, il tassista è tenuto a coprire anche quelle. «Dal momento in cui accettiamo la corsa, dobbiamo portare il cliente dove vuole. Poi c’è il buon senso: la collega non è entrata nella proprietà privata, è rimasta sulla pubblica via; non è che ci si possa esimere dal servizio. È poi difficile capire a priori la situazione che si potrebbe verificare».

” Campostrin­i (Cna) Senza il sangue freddo mostrato dalla collega oggi avremmo un caso di cronaca nera

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I delegati della categoria riuniti per valutare la situazione e chiedere rimedi
Preoccupat­i I delegati della categoria riuniti per valutare la situazione e chiedere rimedi

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