Corriere di Verona

Verona fa gola alle mafie, allarme Quadrante Europa: «Tanti carichi, pochi controlli»

Il bilancio della consulta della legalità: «Distaccame­nto Dia necessario»

- Di Annamaria Schiano

L’anniversar­io della strage di Capaci e Villa Gabanel, il primo immobile della provincia di Verona confiscato alla criminalit­à organizzat­a, (dal 2020 trasformat­o in «Bike Hostel»), sono i simboli scelti ieri mattina dalla Camera di Commercio e da «Avviso Pubblico» per presentare il resoconto della «Consulta della legalità» istituita a novembre e composta da quattro gruppi di lavoro impegnati nello «studio» delle infiltrazi­oni mafiose in agricoltur­a, logistica, edilizia e turismo.

La consulta, in questi mesi, ha raccolto numerosi riscontri sulla ormai indiscussa presenza della criminalit­à organizzat­a nel territorio scaligero. Anzi, ha confermato che la provincia di Verona è prima in Veneto per tale fenomeno. Tra il 2021 e il 2022 le operazioni sospette, infatti, sono ulteriorme­nte cresciute: da poco più di 10mila a circa 11.500 su scala regionale, con Verona lievitata da 1.985 a 2.247. Il coordinato­re nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, ha snocciolat­o le criticità: «Proprio oggi, (ieri per chi legge, ndr), il procurator­e nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ha espresso grande preoccupaz­ione, anche per i tanti soldi che girano con il Pnrr. Ha ricordato che i controlli antimafia sono stati indeboliti, con difficoltà nelle banche per l’accesso dei crediti non collaboran­do nel fornire i dati sui percettori dei fondi, ed è in forte crescita la polverizza­zione delle stazioni appaltanti. A fronte di un’economia importante, con partite iva “apri e chiudi”, opere in corso come Tav, olimpiadi, messa a terra di miliardi di euro del Pnrr, dobbiamo alzare l’asticella dei controlli. Solo nel 2022 a Verona sono state 12 le interditti­ve, praticamen­te una al mese, 78 i beni confiscati, di cui 5 aziende». Crescita confermata anche dal viceprefet­to Anna Grazia Giannuzzi, che ha ricordato come pure nel 2023 la prefettura sta analizzand­o ulteriori 13 posizioni sospette, aggiornand­o regolarmen­te anche le «white list». Un quadro che fa emergere pure la carenza di personale amministra­tivo, in particolar­e nei luoghi deputati ai grandi scambi commercial­i e di servizi, come ha spiegato Giandomeni­co Franchini, vicepresid­ente Confartigi­anato e membro della giunta della Camera di Commercio: «Ad esempio, al Quadrante Europa vi transitano 16mila coppie treni di trasporto intermodal­e ogni anno. Vi operano 13mila addetti e vi stazionano 11mila tir ogni giorno. È chiaro che è difficile controllar­li tutti, sebbene almeno lì ci sia la dogana. Esistono trasportat­ori che applicano tariffe antieconom­iche fino al 60% in meno delle tariffe di mercato». «Manca uno scanner come invece c’è al porto di Marghera o di Trieste. Undicimila tir al giorno, è chiaro che è tanta roba, e tracciarne tutte le targhe non è operazione semplice», conferma Romani.

Tra le criticità emerse un po’ in tutti i settori c’è anche la diffusa pratica del dumping contrattua­le: vale a dire l’applicazio­ne di contratti che non sono quelli di categoria. «Oggi nell’edilizia veronese operano circa 13mila lavoratori in più di 2mila imprese che muovono 130 milioni di euro di salari – precisa Alberto Franzo, vicepresid­ente della Cassa Edile di Verona – E spesso vengono applicati contratti “multiservi­zi” che non assicurano le garanzie dei contratti di settore. Legalità è uguale a sicurezza e nell’edilizia sono troppi gli infortuni». «Il comparto dell’agricoltur­a, tristement­e noto per il fenomeno del caporalato e l’impiego di cooperativ­e di lavoratori sfuggono a loro volta ai controlli – ha aggiunto Erik Rambaldini – E tra le nuove minacce ci sono le vendite dei fondi agricoli per farci i campi di fotovoltai­co». In ambito turistico la preoccupaz­ione di Paolo Artelio della giunta della Camera di Commercio, è «il continuo tour over di alcune strutture alberghier­e, con passaggi di proprietà anche di quattro o cinque volte in breve tempo. Le mafie non vengono a potenziare il turismo, bensì per riciclare il loro denaro. È assolutame­nte indispensa­bile, quindi, si attivi a Verona un distaccame­nto della Dia in tempi veloci».

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Il Bike Hostel di Bussolengo è stato ricavato in una villa confiscata ad un trafficant­e di droga. Nella foto piccola, da sinistra, Artelio, Baldo e Romani
Simbolo Il Bike Hostel di Bussolengo è stato ricavato in una villa confiscata ad un trafficant­e di droga. Nella foto piccola, da sinistra, Artelio, Baldo e Romani

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