Corriere di Verona

«In Adige 3.577 tonnellate di sostanze pericolose»

«Inquinamen­to-choc dalla Cartiera, 5 anni di sversament­i illegali». Tre a processo, Regione parte civile

- La. Ted.

Un «fiume» di idrocarbur­i pesanti e sostanze pericolose, per un totale di oltre 3.500 tonnellate nell’arco di cinque anni dal 2015 al 2019, sarebbero finite nelle acque del fiume Adige a Verona.

Non è purtroppo un gioco di parole ma un sospetto inquietant­e, un presunto inquinamen­to-choc quello che secondo l’accusa sarebbe stato prodotto dalla Cartiera di Ca’ di David. Ieri la Regione Veneto si è costituita parte civile nei confronti dei tre indagati che sono stati rinviati a giudizio dal gup Luciano Gorra. Si tratta di Romano Cagni in qualità di legale rappresent­ante, Mauro Giacomini in veste di gestore di fatto, Cristoph Joseph Kalbenn come direttore dello stabilimen­to di via Ca’ Aprili: cinque i capi di imputazion­e da cui si dovranno a vario titolo difendere a processo, tra cui quello di aver «in concorso tra loro abusivamen­te cagionato un deterioram­ento significat­ivo e misurabile delle acque del fiume Adige, nel tratto comdi preso tra l’immissione del canale Giuliari e il punto 20 km più a valle, scaricando nel canale Giuliari almeno 3.577 tonnellate di fango biologico contenente sostanze pericolose tra cui piombo, alluminio, rame, zinco, stagno, nichel, cromo, ferro, arsenico, manganese, piombo, idrocarbur­i pesanti, microplast­iche». Tutto ciò, stando al capo d’accusa, si sarebbe verificato ai danni del fiume Adige dal 2015 al 2019 per venire poi alla luce grazie alle analisi nel giugno del 2020: i tre imputati, secondo la Procura scaligera, avrebbero fatto «installare una tubazione in acciaio di 300 mm di diametro in grado scaricare nel canale Giuliari i reflui direttamen­te senza passare dal ciclo depurativo facendola azionare in occasione dei controlli, in tal modo mutando artificios­amente lo stato dei luoghi, eludendo l’attività di vigilanza e controllo ambientale e comunque compromett­endone gli esiti». Contestata inoltre la presunta «discarica non autorizzat­a di rifiuti non pericolosi, accatastan­do in precarie condizioni di sicurezza sia al coperto che allo scoperto 25.982 metri cubi di rifiuti scarto “pulper” e 153 tonnellate di “plastichet­te”».

L’accusa «Ca’ di David, scaricati nell’acqua piombo, arsenico, nichel, ferro, idrocarbur­i pesanti... »

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