«Fondi per la “vita nascente”»: sfida di Morgante contro l’aborto
La deputata di FdI stasera in consiglio comunale presenterà una mozione. Tra le proposte un assessorato alla Famiglia
Sarà un consiglio comunale «caldo» quello in programma stasera, a Palazzo Barbieri. Si parlerà di Aziende partecipate e di tasse (con l’aumento della Tari). Ma si discuterà anche di aborto, e si prevede un dibattito a dir poco acceso. Base di partenza sarà infatti una mozione di Maddalena Morgante, parlamentare di Fratelli d’Italia ma (dalla settimana scorsa) anche consigliera comunale. Il giorno stesso della sua nomina, Morgante aveva preannunciato di voler «sfidare» il sindaco, Damiano Tommasi (fervente cattolico e sensibilissimo a questi temi) controllando ogni suo passo futuro in tema di famiglia.
E l’esponente di FdI ha deSolo ciso di farlo da subito (a riprova, fra l’altro, del fatto che non pare per nulla intenzionata a dimettersi da consigliera, anche se Daniela Santanchè ha ricordato proprio in queste ore che per FdI non sono ammissibili doppi incarichi). La mozione chiede che il Comune di Verona si attivi subito per limitare gli aborti legati a difficoltà economiche delle famiglie.
Come? Attuando un «intervento economico straordinario»,ed istituendo un «fondo di aiuto alle madri in gravidanza difficile», oppure (e questo sarà probabilmente uno dei temi al centro dello scontro) stanziando finanziamenti a favore «di associazioni operanti sul territorio che abbiano istituito progetti di aiuto alla Vita nascente». Il Comune, secondo Morgante, dovrebbe anche istituire l’Assessorato alla Famiglia, creare la Festa della Famiglia e la Festa della Vita, diffondere materiale informativo appositamente preparato dai Movimenti per la Vita e Associazioni simili. da questa sommaria elencazione è facile prevedere una discussione a dir poco serrata.Le polemiche sul tema dell’aborto non sono peraltro affatto nuove all’interno del consiglio comunale di Verona.
Nel 2018, richieste molto simili a quelle che oggi propone la Morgante furono avanzate (e fatte votare dalla maggioranza, che allora era di centrodestra) su iniziativa del consigliere (allora leghista) Alberto Zelger, causando polemiche anche a livello nazionale (quella mozione parlava anche di «uccisioni nascoste prodotte da pillole abortive» e di «eliminazione di embrioni umani sacrificati nelle pratiche della procreazione medicalmente assistita»).Quella mozione, inoltre, venne votata anche dall’allora capogruppo del Pd, Carla Padovani, che per questo uscì poi dal partito e che oggi è ancora a Palazzo Barbieri ma siede sui banchi del centrodestra.