«Anni di abusi»: salvo grazie alla giustizia lumaca
«Violenze su minore»: in primo grado prese 9 anni. Ma poi si è tutto prescritto: prosciolto
Condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per (presunti) abusi su minore durati dal 2002 al 2010, è stato «salvato» dalle lungaggini della giustizia. La violenza sessuale si prescrive in 12 anni e mezzo, ma in questa brutta storia sia familiare che giudiziaria - 12 anni e mezzo non sono stati sufficienti per pronunciare una sentenza definitiva. E pensare che, per le «cose sporche» di cui lo accusava la sorellina della moglie, in primo grado nel marzo del 2019 il Tribunale collegiale di Verona lo decretò «responsabile dei reati a lui ascritti». Al presunto «cognato orco», un veronese di 61 anni, venne inflitta una condanna a 9 anni di reclusione.
«Colpevole», secondo i magistrati di primo grado, di aver abusato sessualmente della sorella minorenne della propria moglie per otto anni di fila, dal 2002 al 2010. Un verdetto pesante, motivato in modo altrettanto pesante dal Tribunale di Verona: «La coerenza delle dichiarazioni della parte offesa, l’assenza di intenti calunniatori o denigratori nei confronti dell’imputato possono anche da sole costituire piena prova dei fatti». Così fu argomentata in primo grado la sentenza di condanna che nel gennaio 2020, in Appello a Venezia, è stata però annullata in toto. Azzerati quindi in secondo grado i 9 anni di carcere inflitti a Verona nei confronti del 61enne, l’iter giudiziario è praticamente dovuto ripartire da zero tornando a Verona dopo che in appello il difensore Marcello Manzato si era visto accogliere le eccezioni per «vizi formali che rendevano nulla la sentenza pronunciata in primo grado nei confronti del mio assistito». Istanze difensive accolte dall’Appello, «cassando» la condanna del 2019. Gli atti sono quindi tornati a Verona per una nuova udienza preliminare e un altro processo di primo grado. Nel frattempo però è intervenuta la prescrizione, vanificando le indagini e l’iter processuale effettuati finora su un caso tanto delicato: quello di una minorenne che - stando alla denuncia - sarebbe stata violata nella sua innocenza dal cognato da quando aveva 10 anni fino alla maggiore età. Abusi che, se fossero veri, con la prescrizione potrebbero ora restare impuniti: i presunti reati si sono azzerati il 15 novembre 2022 e quando, 7 mesi dopo, il fascicolo è tornato ora in aula, al Tribunale di Verona presieduto dal giudice Raffaele Ferraro non è restato che dichiarare per l’imputato il «non doversi procedere per intervenuta prescrizione». Un verdetto che non fa sorridere neppure la difesa: «Avevamo ragioni da sostenere anche nel merito» commenta l’avvocato Manzato.