Corriere di Verona

Unioncamer­e: l’industria frena ma la recessione resta lontana

La produzione regge, ordini giù. L’inflazione morde i settori vicini ai consumi

- Matteo Sorio

L’industria manifattur­iera veneta rallenta: la produzione industrial­e sale ancora del 2,2% nel 1. trimestre 2023, rispetto però al +4,5% medio dello stesso periodo 2022. E Unioncamer­e, che «vede» la frenata anche sul mese d’aprile, non parla di recessione. «Nonostante abbia rallentato, il nostro sistema produttivo è sempre in territorio positivo», dice il presidente di Unioncamer­e Veneto, Mario Pozza, citando anche il +1,1% fra gennaio e marzo rispetto all’ultimo trimestre 2022. La contrazion­e nei consumi? «C’è - sostiene Pozza - ma nelle nostre aziende il grado di utilizzo degli impianti è al 73% contro il 75% medio del 2022: le macchine ancora lavorano bene». E si prova a scacciare quello spettro recessivo ch’è realtà «tecnica» in Germania, «maggiore industria manifattur­iera che fa da traino in Europa — come ammette Pozza — con l’Italia seconda ma, appunto, ancora in positivo in termini di numeri rispetto all’industria tedesca».

I numeri sono quelli di Veneto Congiuntur­a, l’indagine (su un campione di oltre duemila aziende venete con almeno 10 addetti) presentata ieri in Camera di Commercio a Verona. Indagine che rileva come i prezzi finali siano tuttora più alti della caduta dei prezzi dell’energia. «Sarà difficile che i prezzi dei prodotti al consumo diminuisca­no in fretta», prevede Giuseppe Riello, guida dell’ente camerale veronese. In mezzo c’è anche l’effetto di un’industria che sta ancora recuperand­o i margini persi fra Covid, guerra e crisi energetica. «Nel 2022 la marginalit­à è stata più bassa del 10%», dice Riello, con Pozza a parlare, in fatto di prezzi, di «speculazio­ne che in certi ambiti c’è, innegabile, come abbiamo visto su materie prime e gas».

Ma se la recessione ancora non c’è, si sta però creando una divisione sempre più netta nel mondo produttivo , tra i segmenti che ancora tengono bene e quelli a più diretto contatto con i consumi, che già sentono gli effetti dei rincari dei prezzi: +8,3% la produzione tendenzial­e nel primo trimestre nei beni strumental­i e +2% sui beni di consumo, in Veneto, per un quadro in dettaglio che parla di -3,3% di produzione nel tessile-abbigliame­ntocalzatu­re, -3% su marmo, vetro e ceramica, -1,7% su gomma e plastica, -1,3% per legno-mobile, -1,1% per i mezzi di trasporto e -0,8% su carta, stampa ed editoria. Sul fronte opposto va registrato+1,3% sull’alimentare e bevande contro il +9,4% su macchine elettriche ed elettronic­he e il +7,5% su macchine e apparecchi meccanici.

Certo, i fatturati rimangono buoni, +5,8%; ma a spingerli sono i rincari dei prezzi. Se torniamo al rallentame­nto generale, un’altra spia sono i giorni di produzione assicurata dal portafogli­o ordini: si passa dai 67 giorni di media nel 4. trimestre 2022 ai 57 tra gennaio e marzo 2023. Riello lo definisce un «rallentame­nto minimo», che «nasce dalla volontà di scaricare il peso finanziari­o dei magazzini accumulati negli ultimi due anni, specie dopo gli acquisti importanti di materia prima seguiti ai problemi di approvvigi­onamento e consegne».

Presentata a Verona, l’indagine di Unioncamer­e parla a livello provincial­e di produzione al +4%, fatturato al +6,2% e ordini totali stazionari: -0,1% quelli interni e +0,8% quelli esteri contro il -1,5% interno e -2,3% estero registrato a livello regionale. Un indebolime­nto della domanda, questo, che in Veneto si fa sentire in quasi tutti i settori, eccetto mezzi di trasporto, macchine elettriche ed elettronic­he, marmo vetro e ceramica. Secondo Pozza, «i nostri imprendito­ri per il secondo trimestre 2023 restano cautamente ottimisti. In media cresce a 51% la quota di chi scommette sull’aumento della produzione tra aprile e giugno (era 45% nell’ultimo trimestre del 2022) e diminuisce a 16% (era 21%) la quota d’imprendito­ri che si attende una diminuzion­e. Rimane costante al 33% invece la quota di chi prevede una situazione stazionari­a(era 34%)».

” Le voci Pozza: i prezzi non scenderann­o presto Riello: commesse in calo per scaricare i magazzini

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