Corriere di Verona

Ceccon premia i giovanissi­mi «Difenderò l’oro mondiale con il lavoro e la passione»

Festa al Centro federale con il pluricampi­one veneto

- Matteo Sorio

Fra poco meno di due mesi Thomas Ceccon dovrà difendere per la prima volta in carriera un oro mondiale. «Fa un po’ effetto, sì», dice lui, classe 2001, campione del nuoto esploso nelle ultime due stagioni: 2 medaglie olimpiche, 13 mondiali (3 in vasca lunga, 10 in vasca corta) e 14 europee (9+5) fra individual­i e staffette. Vicentino d’origine ma veronese d’adozione, esponente luminoso della famiglia italiana degli eclettici (vedi i vecchi Sacchi, Marin, Boggiatto), Ceccon si è fermato a bordo vasca al Centro Federale, ieri, per premiare gli studenti di 52 scuole venete nell’ambito di un concorso sulla Carta etica dello sport.

Ceccon, l’agenda dice Fukuoka tra 14 e 30 luglio. In Giappone difenderà l’oro nei 100 dorso a Budapest, 51’’60,

nuovo record. Per la prima volta è lei l’uomo da battere: che effetto fa?

«Per ora sono abbastanza tranquillo. So che dovrò difendermi dagli americani, attualment­e i più forti, ma non vivo l’obbligo di ripetermi. Se poi non prendo una medaglia magari mi girano, però l’obiettivo principale rimane l’Olimpiade di Parigi 2024: il Giappone è una tappa di passaggio, sebbene importante».

Le vittorie le hanno un po’ cambiato la vita?

«Sono più conosciuto, si sono aggiunti sponsor, tanti mi scrivono sui social. Di mio sono il Thomas di sempre, abito qui a Verona da sette anni, beato perché mi lasciano lavorare sereno. Capita che t’invitino a qualche evento in più tra Milano e Roma, ma spesso non posso per le gare o gli allenament­i: sul lavoro settimanal­e sono fissato».

La routine a 50 giorni dal Mondiale?

«Sono in piscina dalle 7.30 alle 10, dormo dalle 11 alle 12.30, il pomeriggio palestra dalle 16.30 alle 18.30».

In fatto di etica del lavoro ha un modello?

«Sono nato con Michael Phelps che per 5 anni non ha saltato un allenament­o: domeniche, Natale, Capodanno, mai uno sgarro. Ci penso sempre. Uno con quella disciplina non ci sarà mai più».

E la sua etica sportiva?

«Non doparmi».

Citava prima i Giochi 2024: a Tokyo è stato argento nella 4x100 sl e bronzo nella 4x100 misti, il programma per Parigi l’ha già fissato?

«Spero faremo le due staffette. Sul dorso alzo le mani, ma ci confido. Per il resto vediamo, forse i 100 stile, forse i 100 delfino. Ai Giochi fai due o tre gare al massimo puntandoci tutto, inutile stancarsi troppo».

Lei potrebbe nuotare qualsiasi stile e anni fa ci raccontava che la poliedrici­tà era anche un modo per non annoiarsi, vero?

«Sì, mi è sempre piaciuto fare tutto. Nelle giovanili una volta completai l’intero programma, 13 o 14 gare in un giorno, cose da una volta nella vita. Con le gare importanti mi è capitato di nuotare due volte la mattina e tre il pomeriggio. C’è l’entusiasmo e la passione, poi però subentra la pianificaz­ione degli sforzi».

Arriva il momento in cui bisogna

gestirsi, in pratica...

«Devi dosarti, sì. Al Mondiale giapponese il programma è simile all’anno scorso nel senso che potrei dover fare i 100 dorso e dopo mezzora i 50 delfino. Io ho provato di tutto, dalle gare senza o con riscaldame­nto alle gare da carico o scarico. Ma è chiaro che fare un 50 delfino da fresco anziché a trenta minuti da un 100 dorso è un’altra cosa».

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Solennità Ceccon (a sinistra nella foto) tra i campioni di domani

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