Agsm Aim, la lettera della discordia «Volevano mandarla dopo il voto»
Il Comune di Vicenza ha messo a bilancio più soldi dai dividendi di quelli disponibili La richiesta di chiarimenti e il nodo politico. Muro contro muro tra Testa e il vice Vivian
Infuria e s’inasprisce, di giorno in giorno, la battaglia ai vertici di Agsm-Aim. Ed è sempre più chiaro come le elezioni di Vicenza, dove oggi e domani si va al ballottaggio, saranno determinanti per il futuro dell’Azienda cui migliaia di veronesi pagano le bollette di luce e gas.
Un nuovo, durissimo bottae-risposta lo conferma adesso ancor più nettamente, se mai ce ne fosse stato bisogno. In gioco, in questo nuovo capitolo della telenovela, c’è la distribuzione ai 2 proprietari di Agsm-Aim (Comune di Verona e Comune di Vicenza) dei dividendi creati dagli utili aziendali del 2022. Vicenza voleva che fossero distribuiti ai soci 38 milioni. Il consigliere delegato, Stefano Quaglino, (contestato da oltre un anno dai vicentini per la vicenda Compago) aveva invece spiegato, il 7 dicembre scorso, che ne sarebbero arrivati solo 32 (19 per Verona e 12 per Vicenza, più qualche…briciola). Mettendo in difficoltà il Comune di Vicenza, che aveva messo in bilancio 2 milioni in più di quelli effettivamente in arrivo. I vicentini si sono infuriati, e adesso minacciano di «agire a tutela dei cittadini». Secondo i 3 membri berici del CdA, infatti, la somma da erogare era stata decisa da Quaglino «senza aver condiviso alcunché con il CdA» mentre «il risultato (del 2022) è stato significativamente superiore alle attese rappresentate di dicembre». Ecco perché, sequesto condo Vicenza, esiste «la capacità di distribuire un dividendo ben superiore a quello ipotizzabile il 7 dicembre (quando Quaglino aveva comunicato che i milioni sarebbero stati 32 e non 38, ndr) ed in ogni caso – aggiungono non spetta al CdA, bensì ai soci, stabilire quale sia il dividendo». Di qui l’accusa a Testa: «Appare evidente – scrivono i consiglieri vicentini - la scelta del presidente e del consigliere delegato di non condividere il principio di collegialità, principio fondante che, se violato, impone ai rappresentanti del socio Comune di Vicenza di agire a tutela dei cittadini e non, come sembra, considerato il particolare momento storico, sulla base di una contesa politica che dovrebbe stare fuori da queste stanze». E in quest’ultima frase, ovviamente, sta il vero nodo: la «contesa politica» ed il «particolare momento storico».
Proprio oggi, appunto, Vicenza va al voto: centrodestra contro centrosinistra. A Verona si sospetta che Vicenza, nei mesi scorsi, volesse quei soldi in più proprio perché sarebbe stato l’anno elettorale. Mentre il sindaco vicentino aveva tuonato che «a Verona (in Agsm) stanno facendo il tifo per Possamai» (candidato del centrosinistra). E il presidente replica alle proteste dei consiglieri vicentini.
Testa spiega che alla fine dell’ultimo CdA era stato proprio il vicepresidente vicentino, Gianfranco Vivian, a proporre di mandare una lettera ai soci sul tema (delicato) dei dividendi. Testa racconta di aver subito accettato, ma aggiunge che Vivian gli avrebbe poi chiesto di spedire la mail «dopo lunedì», ossia dopo le elezioni. «Non credo sia giusto e corretto – aveva detto Testa al suo vice: - a me dispiace se il comune di Vicenza ha messo a bilancio dividendi che allo stato attuale non possono esserlo, - aveva aggiunto - ma tu hai proposto di scrivere quella lettera, lo abbiamo deliberato in Cda, e quindi adesso la scriviamo». Secondo Testa, poi, la cosa più importante per Vivian era evidentemente aspettare prima di spedire la lettera: «Chissà perché, - ironizza - ma qualche malevolo potrebbe pensare: forse le elezioni a Vicenza?». Muro contro muro, insomma. Aspettando i risultati elettorali di domani sera, con due ipotesi note a tutti: se vincerà il centrodestra, la soluzione andrà cercata nei tribunali, se vincerà il centrosinistra, ci sarà un’intesa tra i due sindaci-proprietari. Terze vie, al momento, non sembrano esistere.