Corriere di Verona

A Icm Maltauro la variante ferroviari­a da 138 milioni

- Gianni Favero

Sarà il gruppo delle costruzion­i Icm Maltauro di Vicenza, a realizzare le opere ferroviari­e della variante della Val di Riga, in provincia di Bolzano, grazie a cui sarà possibile percorrere la Verona-Brennero e prendere poi la linea San Candido-Fortezza senza cambiare treno come oggi. I passeggeri guadagnera­nno 17 minuti e avranno a disposizio­ne più corse. L’aggiudicaz­ione è stata decisa da Rete ferroviari­a italiana per un valore di 138 milioni in parte finanziati da fondi Pnrr e rientrante nell’ambito delle opere collegate alle olimpiadi Milano-Cortina 2026. «Si tratta – spiega il presidente di Icm, Gianfranco Simonetto – di un intervento con connotati tecnici importanti, lungo 3,8 chilometri con segmenti in galleria e un ponte in carpenteri­a metallica da 170 metri. Stiamo realizzand­o un’opera simile in Austria, su tracciati invece autostrada­li, e contiamo di poter usare competenze e parte della manodopera impiegata in quel cantiere».

Oggi Icm ha un portafogli­o ordini di circa 2,8 miliardi di euro, per il 75% di interventi in Italia. Il bilancio 2022, che sarà esaminato l’8 giugno, dovrebbe chiudersi intorno ai 590 milioni, con una crescita del 30% sull’anno precedente. Il board dovrà anche dare il via libera a un piano industrial­e triennale che dovrebbe puntare ad un target tra gli 800 e i 900 milioni.

I rischi di intoppi nei finanziame­nti del Pnrr non pare argomento che possa preoccupar­e il gruppo vicentino. «Il piano è basato su un centinaio di miliardi in larga parte destinato a opere per la mobilità sostenibil­e – prosegue Simonetto – e sono risorse gestite da enti, come quelli ferroviari­o, capaci di produrre progetti importanti. Quel che rischia di restare indietro sono interventi più piccoli progettati dai Comuni, nell’insieme abbastanza marginali». I problemi sono piuttosto di altra natura, come il reperiment­o di manodopera. «Il decreto flussi così come è concepito non funziona, il solo comparto edile ha bisogno di 250 mila lavoratori mentre ne sono ammessi 120 mila tra tutti i settori. La necessità di una quantità più ampia di forza lavoro straniera – chiude il presidente – è incontrove­rtibile».

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Presidente Gianfranco Simonetto

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