Strage di gabbiani sul lago di Garda «Mai vista in decenni un’ecatombe simile»
Una strage di gabbiani come non si era mai vista sul lago di Garda, mitragliati da chicchi di grandine grossi come limoni. È uno degli effetti terribili del fortissimo temporale che si è abbattuto sul Basso lago lunedì sera. Centinaia di piccoli uccelli bianchi distesi sulle rive del lago, bombardati al petto o colpiti alla testa.
Si trovano a gruppi rannicchiati sulle spiagge, perché sono ancora molti di più i gabbiani che ancora vivi cercano rifugio a terra, le ali spezzate e sanguinanti. Purtroppo hanno poca speranza di sopravvivere con ferite così gravi.
Un’ecatombe di volatili che spezza il cuore. Le anatre selvatiche, i tipici germani reali del Garda, invece, sono riusciti a sopravvivere in gran parte trovando rifugio nei pochi canneti rimasti lungo le rive. Canneti faunistici per la riproduzione, che a loro volta, però, sono stati sferzati dal vento e dalla grandine.
Sulla riva del lago ai piedi di Gardaland, a Castelnuovo del Garda, ieri pomeriggio sono arrivati anche gli agenti della polizia provinciale di Verona, allertati da diverse segnalazioni giunte al comando. Ma hanno potuto solo raccogliere una trentina di gabbiani ancora vivi, tutti con lesioni difficilmente guaribili. Poi gli agenti allargano le braccia: «Sono centinaia e centinaia, è impossibile soccorrerli tutti. Non abbiamo mai visto una cosa così».
Davanti a noi riescono a recuperare un ultimo esemplare prima di ripartire: l’agente lo prende per le ali, l’uccello si dibatte ma non può sfuggire poiché non riesce a volare e, soprattutto, non vede più: un proiettile di ghiaccio gli ha sfondato un occhio. Attorno un sacco di turisti stranieri che circondano l’auto della polizia provinciale e mormorano «dead birds», «uccelli morti». La polizia provinciale,
20 anni fa Un caso simile nel 2003 a Bardolino ma poche decine le vittime
poi, trasporta la gabbia con i pochi esemplari che sono riusciti a recuperare e li portano al centro «Progetto Natura» della clinica veterinaria Verona-Lago, centro che recupera la fauna selvatica ferita. Forse a qualche gabbiano riusciranno a salvare la vita curando le ali spezzate. Un fatto di tale portata non era mai accaduto. Lo dice anche Ivano Confortini, il funzionario biologo della Regione Veneto, responsabile della gestione ittica e faunistico venatoria di Verona: «In tutti questi anni di lavoro, dagli anni ’90, non ho mai sentito una cosa simile in provincia di Verona. Oltretutto i gabbiani sono già stati duramente colpiti quest’inverno dall’aviaria».
Ed anche Ferdinando Pezzo, comandante della Polizia locale di Garda e già comandante della Polizia provinciale racconta: «Un fenomeno simile c’è stato solo con l’enorme tempesta avvenuta a Bardolino nel 2003, giusto 20 anni fa, ma non di queste proporzioni. A quel tempo abbiamo raccolto qualche decina di uccelli morti colpiti dalla grandine. Ricordo germani reali che abbiamo messo in scatole di cartone per le scarpe, ma questa volta è davvero una strage tremenda».