Corriere di Verona

Florio, dal vivaio del Verona ai gol con la Pro Sesto in C «Gioco anche per mio papà»

L’attaccante: «Lui ha dovuto fermarsi, per lavorare»

- Di Matteo Sorio

«Mio papà ha giocato fino a diciotto anni nel Mantova, poi ha smesso perché doveva lavorare: mi piacerebbe coronare il sogno del calcio anche per lui». Al Gavagnin di Borgo Venezia, un paio di weekend fa, c’era tutta la famiglia di Mattia Florio, papà compreso. Serata da polaroid, quel Virtus-Pro Sesto 0-2, perché non succede tutti i giorni che un giovane veronese, di proprietà dell’Hellas, segni i primi due gol da profession­ista nella sua città. E non succede spesso che l’emozione di essere decisivo si ripeta quasi subito, come lunedì scorso quando Florio, vent’anni, esterno dai piedi educati, ha messo la firma pure su Renate-Pro Sesto 0-1. Tre graffi in dieci giorni, tutti subentrand­o e di buona fattura: uno di mezza rapina in area, l’altro in contropied­e saltando l’uomo per poi mirare l’angolo basso, il terzo con un piattone al volo su cross alto dalla fascia.

«Ricordo — fa Florio — l’anno di Igor Tudor all’Hellas, quello in cui mi sono allenato di più in Prima squadra esordendo in Coppa Italia (15 dicembre 2021, ndr). C’erano giocatori incredibil­i. Guardavo Caprari, un fenomeno, e prendevo tanti consigli anche da Simeone e Veloso». In prestito dall’estate scorsa alla Pro Sesto in serie C, dove si lotta per salvarsi, Florio ha iniziato con il pallone a quattro anni a San Giovanni Lupatoto. «Sono rimasto lì fino a 6 anni. Diversi provini li avevo fatti per il Chievo ma a chiamarmi è stato il Verona. Vengo da una famiglia di fede gialloblù quindi i miei genitori erano contenti. Quando sono entrato nel vivaio ho iniziato anche ad andare al Bentegodi». All’ingresso nell’Hellas risale l’amicizia con gli altri veronesi gialloblù del 2003, vedi Diego Coppola, oggi titolare con Marco Baroni, Filippo Terraccian­o, ceduto quest’inverno al Milan, e Davide Bragantini, prestato al Mantova nello stesso girone di C. «Siamo cresciuti insieme e rimaniamo tuttora in contatto perenne». Nella Primavera Hellas, Florio ha sommato 6 gol e 6 assist fra ‘21 e ‘23, prima con Nicola Corrent poi con Salvatore Bocchetti, mostrando uno dei lati forti, cioè quelle accelerazi­oni palla al piede il cui timbro rivive nel secondo sigillo del Gavagnin: «Quel secondo gol in contropied­e contro la Virtus è nelle mie corde, appena prendo palla spesso il primo pensiero è puntare l’uomo, poi ho forza nelle gambe per provare a saltarlo e cercare l’assist o il tiro». Dice Florio dell’altro veronese Corrent, tecnico con cui ha lavorato di più nelle giovanili Hellas (e reduce dall’esperienza a Salerno nello staff di Pippo Inzaghi) che «lui mi ha insegnato a non fare della testardagg­ine un ostacolo, mentre sul piano del gioco mi schierava esterno a sinistra, anche se mi considerav­a un trequartis­ta puro e mi vedeva pure da mezzala». È il ruolo più recente, quest’ultimo, alla Pro Sesto, dove Florio sta crescendo attraverso 20 presenze di cui cinque da titolare per 547’ d’impiego.

Da Tudor che mi ha portato in Prima squadra a Magnani: ho imparato tantissimo Il mio idolo? Wirtz del Bayer Leverkusen

«Sono partito esterno, poi un po’ trequartis­ta di sinistra, ora con il nuovo allenatore Angellotti gioco da mezzala offensiva e mi piace moltissimo». I grandi interpreti del ruolo? «Mi fa impazzire Florian Wirtz del Bayer Leverkusen», risponde Florio. Lui che del passaggio dalla Primavera alla C sottolinea «l’abisso per intensità di gioco. Ti rapporti con giocatori fisicament­e già pronti e più grandi di te. Con il passare dei mesi, però, ci si abitua».

L’esplosione Due reti ravvicinat­e contro la Virtus di Fresco poi il colpo vittoria sul Renate

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(foto Nicola Guerra) In gol L’abbraccio a Mattia Florio

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