Centrodestra nel caos trova l’intesa a Rovigo ma va in crisi a Chioggia Bassano, FdI con Pavan
In laguna Armelao (Lega) rompe coi meloniani
Per un pezzo del «rompicapo amministrative» che va a posto (Valeria Cittadin, candidato unitario del centrodestra a Rovigo), un altro spariglia le carte (la rottura del sindaco leghista Mauro Armelao con FdI e la maggioranza a rischio a Chioggia).
Ieri è stata, quindi, un’altra giornata di passione fra Lega e FdI, gli alleati ormai ai ferri corti in tutta la regione. Partiamo dal capoluogo polesano protagonista, negli ultimi mesi, di uno psicodramma collettivo. Dopo le dimissioni dell’uscente di centrosinistra Edoardo Gaffeo la strada sembrava spianata per il centrodestra: Lega e FI hanno fin da subito ceduto a FdI la scelta del nome da sostenere per riprendersi la città. E il primo nome, l’ex segretaria Cisl e dirigente scolastica Valeria Cittadin è stato fatto quasi in tempo reale. Poi, però, è tramontato perché, spiega Valeria Mantovan, coordinatrice provinciale di FdI, «FI non la voleva». La Lega chiedeva, in cambio, di fare il nome del candidato sindaco a Bassano. FdI, invece, ha chiesto e ottenuto che Rovigo fosse decisa sul tavolo nazionale. Di mezzo una ridda di nomi da cui si è usciti giusto ieri e proprio con un tavolo nazionale. I responsabili degli enti locali di Lega, FdI e FI alla fine hanno trovato la quadra: su Cittadin, nientemeno. Mantovan rivendica di essere lei «la Valeria che ha lanciato Valeria» condividendo il nome in tempi non sospetti col segretario del Carroccio Alberto Stefani. Dunque un nome di FdI? «Ni» perché la nota di Stefani è una lode all’«amica Cittadin, una scelta seria, valida, di una donna con grande esperienza manageriale. Un’amica che saprà dare tanto a Rovigo e ai suoi cittadini». Il messaggio ai meloniani è limpido: «anche dove avreste potuto imporre un vostro uomo si è scelta una figura di fatto civica gradita a noi».
Nelle stesse ore in cui il «tutti contro tutti» polesano trovava una ricomposizione si spaccava, invece, la maggioranza a Chioggia, non l’ultimo dei municipi, tanto che il caso clodiense è già sul famoso tavolo nazionale. E gli avversari in campo sono sempre i due alleati: Lega e FdI. A Chioggia si è consumata una frattura dolorosa con i meloniani annunciata ieri sera dallo stesso Armelao «dopo quattro mesi di tira e molla finisce l’intesa con FdI», parole sue. E senza i 5 consiglieri di FdI a Chioggia rischia di non esserci più una maggioranza di centrodestra, cadrebbe il Comune. Le exit strategy sono due: il passaggio di tre di loro (fra cui l’attuale vice sindaca Elena Zennaro) con Armelao (e relativa espulsione immediata da FdI) o una stampella «civica» con i no Gpl e l’ex vicesindaco grilli
De Carlo Non capisco la scelta della Lega di non sostenere a Bassano la sua sindaca uscente, Elena Pavan
no Marco Veronese. Alleanze a geometria variabile.
Beghe locali? Non proprio, lo dimostra il sanguinoso risiko sui candidati per le amministrative di giugno. Dei 24 Comuni sopra i 15 mila abitanti al voto, almeno una ventina potrebbero essere blindati per il centrodestra eppure, a essere ottimisti, solo sette arriveranno a un candidato unitario. L’epicentro del braccio di ferro fra una Lega forte di generazioni di amministratori conosciuti e quindi più facilmente spendibili e FdI che un po’ arranca resta il Vicentino.
Se a Montecchio Maggiore ormai appare imminente la candidatura della consigliera regionale del Carroccio e già prima cittadina, Milena Cecchetto con l’appoggio anche di FdI, a Bassano è il caos. La Lega sostiene ufficialmente il vice presidente del consiglio regionale Nicola Finco ma FdI pare ormai avviata a trasformare quella che pareva una provocazione in una vera candidatura sostenendo la leghista uscente Elena Pavan scaricata dal suo stesso partito.
«Non sosteniamo Finco dice il coordinatore regionale di FdI e senatore Luca De Carlonon è detto che sosterremo Pavan, vedremo. La cosa più naturale sarebbe sostenerla tutti visto che è il sindaco uscente, non capisco la scelta della Lega». Il Carroccio, nel frattempo, si frega le mani: su Cadoneghe, Valdagno, probabilmente nella Vittorio Veneto incendiata dal cuneo anti Lega dell’espulso Toni Da Re, per citarne alcuni, FdI cede il passo, per dirla con i leghisti che aggiungono: «hanno più voti che candidati». Certo, è una tornata amministrativa ma, di fatto, sono le prove generali per le Regionali del prossimo anno. E lì, forse, le regole d’ingaggio saranno diverse.