«Generazione Z» e occupazione: lavoro ma anche qualità della vita
Di Giusto (Acciaierie di Verona): «Non è vero che non hanno voglia»
Sono i nati tra il 1997 e il 2012 e stanno mettendo in discussione anche a Verona la tradizionale formula del «si è sempre fatto così». Questa è la «Generazione Z» e non si accontenta più del primo impiego che trova, ma ricerca un’occupazione in linea con le proprie inclinazioni. Tende a cambiare lavoro in media ogni due anni, se non c’è una gestione aziendale attenta alla salute fisica e mentale. Queste sono solo alcune caratteristiche emerse ieri in Gran Guardia, dove è stata presentata una relazione sulla Generazione Z e il mondo del lavoro durante la XVIII edizione della Borsa del Placement, supportata da STMicroelectronics. «La Borsa è l’appuntamento annuale di Fondazione Emblema che mette in relazione gli uffici delle risorse umane delle aziende italiane e i responsabili degli uffici placement e orientamento delle università per migliorare l’inserimento lavorativo dei neolaureati – spiega Tommaso Aiello, presidente della Fondazione -. Abbiamo dedicato questa edizione alla Generazione Z, perché il 2023 è il primo anno in cui sono entrate nel mondo del lavoro tutte le sue categorizzazioni, compresi i laureati magistrali». In questo momento i più giovani valutano quindi una posizione lavorativa anche in base alla flessibilità: sia l’orario di entrata e uscita dall’ufficio che la possibilità di lavorare in smart working. «Analizza inoltre quali sono i welfare che un’azienda può offrire – dice Roberta Paino, orientatrice della Fondazione Emblema -, esprimendo interesse in particolare per le agevolazioni per l’attività fisica in palestra, le iniziative culturali e per i bonus vacanze». Chi ha poi tra i 23 e 27 anni e ha quindi già maturato un po’ di esperienza lavorativa ha l’ambizione di fare carriera senza però rinunciare a un adeguato bilanciamento tra vita privata e lavorativa. «È errato sostenere che la Generazione Z non abbia voglia di lavorare – dice Micaela di Giusto, responsabile risorse umane delle acciaierie di Verona del gruppo Pittini -. La nostra azienda si trova oggi a dover accogliere aspettative e necessità di cinque generazioni diverse. Con la Generazione Z stiamo puntando a uno scambio di competenze: le figure junior trasmettono le proprie conoscenze digitali a quelle più senior che intanto continuano a insegnare ai più giovani il mestiere». Ecco dunque che la Generazione Z viene accolta da una parte di aziende come un’opportunità per cambiare il sistema lavoro. L’altra faccia della medaglia sono però le dimissioni di massa ogni due anni che mettono in crisi soprattutto le piccole-medie imprese non sempre in grado di soddisfare le richieste dei più giovani.