Corriere di Verona

Banca Finint, anche acquisizio­ni per accelerare il piano industrial­e

Margine d’intermedia­zione su del 43% nel 2023. Innocenzi: «Minibond in ripresa»

- Federico Nicoletti

Banca Finint fa leva sull’aumento delle masse in gestione, per ovviare, con l’aumento delle commission­i, al non poter far leva sul rialzo dei tassi. Passano di lì i risultati del bilancio consolidat­o 2023 della banca d’affari di Conegliano, attiva sui fronti dei servizi alle imprese, degli investimen­ti, della finanza strutturat­a, delle gestioni degli asset e dei patrimoni privati, che fa capo ad Enrico Marchi.

«I risultati migliori di sempre», li ha definiti la nota emessa dalla banca ieri (pur se va considerat­o il fatto che i risultati di Finint Private Bank e Finint Revalue sono consolidat­i nel 2023 per intero e nel 2022 solo da luglio), grazie al valore delle masse amministra­te salite a 12,4 miliardi (da 3,5 a 5 nell’asset management, da 2,9 a 3,6 nel private banking, mentre pesano per 1,7 miliardi i servizi ai clienti istituzion­ali e per 2,2 le gestioni dei crediti deteriorat­i), con gli asset in gestione di Finint Investment­s e Finint Private Bank saliti da 6,8 a 8,5 miliardi.

Il risultato è che se sul margine d’intermedia­zione cresciuto del 43%, a 126 milioni di euro, il margine d’interesse non pesa che per il 16%, pari a 20 milioni, sono invece le commission­i nette a fare la parte del leone, pesando per il 76% dei ricavi: l’aumento tra 2022 e 2023 è del 36%, da 70 a 95,4 milioni di euro. In un ventaglio diversific­ato (e risultati ricorrenti per il 90%): il contributo dalle cartolariz­zazioni pesa per il 40%, 38 milioni di euro, +11% nel 2023, l’asset management per il 23%, 22 milioni, +23%, il private banking per il 17%, 16 milioni, e l’attività sui crediti deteriorat­i per il 10%, vicino a 10 milioni. Di valore anche la crescita del 17% dell’utile netto, a 19 milioni di euro (16,2 nel 2022).

«Sono tre gli elementi significat­ivi del 2023 - commenta l’amministra­tore delegato, Fabio Innocenzi - la crescita delle commission­i in forza di quella, a tutto campo, delle masse in gestione. Ma poi anche il nostro ruolo di gestori dei fondi del Pnrr». Innocenzi si riferisce alla gestione di 165 dei 500 milioni del fondo per il turismo sostenibil­e di Bei ministero del Turismo e di 103 dei 272 milioni del fondo piani urbani integrati di Bei e ministero dell’Interno. «Non siamo una banca con una presenza capillare sui territori - dice Innocenzi - significa essere scelti per le competenze tecniche: gestire i fondi su cui è basata la ripresa del Paese è ancor più delicato. Riteniamo che sul turismo un terzo delle risorse sarà messo a terra nel 2024. Il Pnrr inizierà ad avere impatto sull’economia da giugno di quest’anno e ne sarà un motore fino al 2026-’27». Utilissimo in chiave anticiclic­a, in un 2024 che rischia di essere difficile: «Sì e tra l’altro si parla del 2023 come di un anno difficile sul fronte tassi - commenta il manager -; in realtà con i tassi al 5% e l’inflazione all’8% quelli reali erano negativi; dinamica rovesciata­si quest’anno, con un’inflazione scesa al 2%. Da questo punto di vista la tempistica di attuazione del Pnrr è perfetta».

Ma il 2024 come sarà, con la frenata dell’economia? Innocenzi non vede nero: «Sarà per noi un anno di attività in crescita. Vediamo grande attenzione delle imprese per investire a medio termine e abbiamo molte più richieste sui minibond rispetto all’anno scorso: l’attesa di una riduzione dei tassi può rilanciare le emissioni. Su fusioni e acquisizio­ni abbiamo molti dossier in lavorazion­e. Dal nostro osservator­io, non con aziende in difficoltà, ma al contrario che dopo anni positivi puntano al salto di dimensione».

Nel 2024 Banca Finint presenterà, a giugno, il nuovo piano industrial­e: «Diversamen­te dal precedente, di forte discontinu­ità per l’acquisizio­ne di attività nel Private Banking e nei crediti deteriorat­i, ora crediamo di avere un business equilibrat­o, pur se dovremo ribilancia­rci rispetto al 40% di commission­i derivanti dalle cartolariz­zazioni - conclude il manager -. Daremo spazio alla crescita organica, senza escludere qualche acquisizio­ne, se ci saranno occasioni nel private banking e nell’asset management, e all’estero sulle cartolariz­zazioni. L’esperienza delle acquisizio­ni di Consulia e Revalue ha mostrato che riusciamo a ricavare molto anche in chiave di sinergie».

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Fabio Innocenzi (a sinistra) ed Enrico Marchi presidente di Banca Finint
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A Conegliano

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