Stop al Superbonus, gli architetti veronesi: «Sono a rischio il comparto edile e le famiglie»
Gli architetti veronesi vanno all’attacco del nuovo decreto-legge sul Superbonus. Quello che, operando un’ulteriore stretta, stoppa gli «sconti in fattura» e la «cessione del credito» e cancella la possibilità di fare correzioni ai piani dei lavori fino al 15 ottobre prossimo. «Un’operazione azzardata», la definisce Matteo Faustini, presidente provinciale dell’ordine professionale, secondo il quale «il vero tema sono i crediti bloccati», che favoriscono «i ceti con maggior capienza fiscale e mettono a rischio gli impegni assunti dalle famiglie per migliorare le loro abitazioni». Faustini critica il decreto proposto dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in quanto basato su «motivazioni prive di un’ampia valutazione complessiva». Dall’Ordine degli architetti citano così le «oltre venti modifiche» subite dal Superbonus 110% dalla sua conversione in legge in poi, il tutto a «creare una confusione che imprese, professionisti e lavoratori pagheranno salata». Lo stato dell’arte del settore? «L’edilizia e i committenti sono ormai al collasso e in crisi di liquidità per aver utilizzato, in maniera corretta, le regole emanate dallo Stato che improvvisamente, di contro, si è “rimangiato” la parola data rendendo impossibile la cessione dei crediti e il proseguo dei lavori», dichiara Faustini. La posizione degli architetti è chiara: con tutte le modifiche occorse al Superbonus verrebbero meno, a detta loro, gli «obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che, almeno a parole, il Governo ha sempre dichiarato di voler perseguire». Inoltre, «con la fine del Superbonus il numero di cantieri aperti potrebbe diminuire del 30% nel 2024», generando un «rallentamento del mercato edile che potrebbe indurre una riduzione di 100mila posti di lavoro entro l’anno» e una «contrazione del Pil fino a 0,4 punti percentuali».