C’è poco ricambio: nel Veronese mancano all’appello cento medici di base
VERONA Sono sempre più i medici di medicina generale che vanno in pensione rispetto a quelli che entrano in sostituzione. Il ricambio generazionale è in passivo. Lo sa bene la Cgil che mantiene monitorato il «bilancio» della provincia di Verona. «Quando si parla della carenza dei medici di base, delle lunghe liste di attesa, della mancanza di servizi di assistenza domiciliare, ci si dimentica sempre che ci sono responsabilità precise in capo alla Regione Veneto nella gestione del sistema sanitario - ribadisce Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona -. Chi non trova riscontro immediato sul
territorio, infatti, corre in pronto soccorso e lo stesso vale per la medicina specialistica, che dovrebbe trovare una prima risposta già nell’ambulatorio del medico di base». I dati aggiornati in febbraio da Azienda Zero ed elaborati dalla Cgil mostrano come siano ancora troppi i medici mancanti nella provincia di Verona: 154 zone carenti. In città mancano all’appello ancora 13 medici nella prima, seconda, terza circoscrizione e a Parona; altri 28 nell’ambito delle circoscrizioni sud, quarta e quinta, più i Comuni di Buttapietra, Castel D’Azzano e San Giovanni Lupatoto; nella zona del Baldo
Garda ne mancano 17; nel sud ovest veronese la carenza è di 19 medici; ed è da sempre critica la situazione della pianura veronese dove ne mancano circa 34. Questi i numeri del bilancio «entrate-uscite», sebbene l’ultimo bando del 2023 abbia determinato una notevole «infornata» di giovani medici, facendo scendere le zone carenti di 43 unità (erano, infatti, 197 nel settembre 2023). Nuove leve che hanno consentito di risolvere, almeno temporaneamente, alcune situazioni critiche come quelle di Bussolengo, Malcesine, Sommacampagna, Valeggio sul Mincio e Villafranca.