Garda, va in pensione il dottore che ha curato il paese per 40 anni
Ieri il saluto a Carlo Andrea Franchini, tra i primi a creare la medicina di gruppo
Ha svolto 40 anni di «onorato servizio», come si suol dire: dal 1984 medico di medicina generale a Garda. E nel 2003 insieme ad altri due colleghi, i dottori Stefano Vantini e Caterina Pastori, ha dato vita ad uno dei primi ambulatori di medicina di gruppo della provincia di Verona. Il dottor Carlo Andrea Franchini, questo mese ha compiuto 68 anni e dal primo aprile va in pensione, cedendo il posto alla dottoressa trentenne gardesana Sofia Lorenzini. Il sindaco di Garda, Davide Bendinelli, ieri pomeriggio ha omaggiato Franchini in municipio, con la consegna di una targa di riconoscimento «per l’instancabile impegno professionale e per la dedizione offerti con passione e generosità nei lunghi anni a servizio della Comunità». «Sentiremo sicuramente la mancanza del dottor Franchini – ha precisato il primo cittadino –. Quello che è stato creato a Garda, la medicina di gruppo, proseguirà con impegno e sappiamo che potremo contare sempre sulla sua dedizione per i cittadini, come è stato nel periodo della pandemia». «La mia generazione è stata di passaggio tra il ruolo del vecchio medico della mutua con quello di medicina generale, figura che abbiamo visto crescere molto nel suo valore professionale – spiega Franchini –. Ma in questi anni l’ultimo salto di qualità con lo sviluppo delle medicine di gruppo integrate ha subìto un arresto, dovuto essenzialmente alla pesante burocrazia subentrata. E, purtroppo, è venuto meno anche il filo di continuità con la dirigenza aziendale e con le strutture ospedaliere, è venuta a mancare l’assunzione di responsabilità e le spese le fanno i cittadini che non trovano più il collegamento con le strutture assistenziali». Il dottore Franchini è anche professore universitario a contratto di Medicina generale: insegna agli studenti al sesto anno come diventare buoni medici di famiglia. «Per prima cosa spiego loro come tenere la comunicazione con i pazienti, poiché il medico di medicina generale deve rimanere concentrato sul paziente e non solo sulla malattia. Ci vuole, infatti, un’alleanza terapeutica con il paziente e saper mediare sulle decisioni da prendere con grande responsabilità». Un tempo, infatti, il dottore era la «scienza fatta persona» e nulla poteva metterlo in discussione. Oggi, invece, è spesso contestato perché la «scienza» è quella di internet. «Bisogna saperci comunicare e non andare in conflitto – precisa Franchini -. E, purtroppo, sul più bello che siamo cresciuti in consapevolezza e professionalità, oggi ci troviamo con la delusione che ci sono troppe cose nella sanità che ci remano contro e i cittadini non trovano adeguate risposte ai propri bisogni di salute. E’ cascato tutto per la forte spinta alla sanità privata», conclude con grande amarezza.
Franchini Il medico di medicina generale deve rimanere concentrato sul paziente e non solo sulla malattia