Corriere di Verona

«A4, tariffa regionale fattibile Regia unica sulla quarta corsia»

Autostrade, De Berti e il no di A4 Holding alla dinamica: «A ognuno la sua battaglia»

- Federico Nicoletti

«Sono consapevol­e che la tariffa unica non sia cosa facile. È un piano ambizioso, ma realizzabi­le, se c’è la volontà di tutti e una capacità di visione complessiv­a». E ancora: «Se con quella e un progetto strategico, che consideri tutte le infrastrut­ture, dimostriam­o che la quarta corsia dinamica è sufficient­e, riducendo impatti e risorse necessarie, perché non dovrebbero autorizzar­cela?». Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrut­ture, torna sulla quarta corsia dell’A4 e l’idea di poterla risolvere con una corsia dinamica, cioé una corsia d’emergenza allargata, da aprire in certe condizioni come corsia per il traffico. L’aveva proposta la scorsa settimana a Mogliano, nel convegno sulle infrastrut­ture della Settimana della sostenibil­ità di Confindust­ria Veneto Est.

Idea bocciata però l’altro ieri da A4 Holding, la società di gestione dell’autostrada BresciaPad­ova di proprietà della spagnola Abertis, detenuta in maggioranz­a da Mundys, la holding infrastrut­turale che fa capo ai Benetton. L’occasione è stata la presentazi­one a Verona del nuovo centro operativo di controllo della viabilità. Lì il direttore generale, Bruno Chiari, con al fianco il presidente, Gonzalo Alcalde, ha definito «un’utopia» la possibilit­à di arrivare alla tariffa unica, pur se De Berti si riferisce, in maniera più limitata, al Veneto. E sulla quarta corsia dinamica Chiari è stato duro. Una Pedemontan­a da sfruttare, a parità di tariffe in regione, come quarta e quinta corsia tra Brescia e Montecchio non c’è e l’opera sarebbe anche un’occasione per modernizza­re l’autostrada. Dall’apertura dell’intera Pedemontan­a, il 3 maggio, Chiari ha fatto capire poi di non attendersi un «impatto significat­ivo».

Sullo sfondo delle diverse visioni sulla quarta corsia, va tenuto in conto che c’è la partita della concession­e autostrada­le della Brescia-Padova. In scadenza nel 2026 e con la Regione che già si muove per chiedere che, invece di andare all’asta, sia affidata alla Cav, la società di gestione del Passante di Mestre a metà tra Regione e Anas, in un sistema unico con Passante e Pedemontan­a.

La palla, il giorno dopo, torna a De Berti: «Non dico di no alla quarta corsia: serve. Ma a certe condizioni, una quarta corsia dinamica può dare una risposta, riducendo gli impatti. A Verona e Vicenza, ad esempio, dovrei spostare le tangenzial­i».

La vicepresid­ente riarticola gli elementi su cui è costruita l’idea della quarta corsia dinamica con tariffa unica: «I dati di traffico dicono che sulla Brescia-Padova transitano 90 mila veicoli al giorno e che, con la quarta corsia, il potenziale massimo salirebbe a 95 mila. Dunque dovrei spendere 4,1 miliardi per un potenziale di cinquemila veicoli in più, con i problemi che comportere­bbe».

De Berti approfondi­sce il confronto sulla sostenibil­ità con una serie di numeri: il costo di 4,1 miliardi della quarta corsia fisica si ridurrebbe a 2,2 con la dinamica, il consumo di suolo scenderebb­e a 60 ettari da 271, la durata dei cantieri sarebbe di 63 mesi contro 113, e i cavalcavia da rifare sarebbero uno solo contro 74. «Il presuppost­o del piano è di potenziare, fatta l’alta velocità, frecce, treni regionali e trasporto merci. Mettendo questi elementi sotto una regia unica - e il ministero delle Infrastrut­ture ha la competenza per considerar­e tutti i fattori - se si dimostra che il piano funziona, evitando disagi, occupazion­e di suolo e risparmian­do risorse finanziari­e investibil­i altrove, perché no?».

La prima obiezione è che una Pedemontan­a da sfruttare tra Verona e Brescia non c’è. «Da Verona a Brescia può essere che serva una quarta corsia sostiene la vicepresid­ente - Ma se parliamo del Veneto, tra Montecchio a Venezia l’alternativ­a ci può essere, se la Brescia-Padova viene data in house a Cav e si può applicare una tariffa unica con Pedemontan­a e Passante-A57». Il nodo vero sembra questo: «Ci stiamo già trasforman­do in società in house e abbiamo già scritto al ministero delle Infrastrut­ture. Il ministro Salvini ha già risposto al presidente Zaia che c’è disponibil­ità a parlare dell’affidament­o di ulteriori tratte autostrada­li a Cav. E certo, il progetto implica di avere in house la Brescia-Padova».

Ma non sarà che tutto si riduce nell’usare l’A4 per ripagare i costi della Pedemontan­a? «La Pedemontan­a - è la replica - l’ha chiesta un tessuto produttivo di un’area tra le più industrial­izzate del Nordest. E i costi alti di costruzion­e, di fronte ad un’opera per il 70% in trincea, sono dovuti al fatto che trent’anni fa si è guardato più alla sostenibil­ità ambientale che a quella economica e sociale».

Dalla parte opposta, tariffa unica e quarta dinamica è un progetto che magari non piace, per il passaggio di mano della concession­e. «La Brescia-Padova è la società con cui dialogo meglio - conclude la De Berti -. Ma è ovvio che ai concession­ari autostrada­li non piace. Come Regione proponiamo un progetto più che virtuoso e il buon senso lo vorrebbe approvato. Poi ognuno farà la propria battaglia».

L’assessore Con la soluzione più agile i cavalcavia da abbattere passano da 74 a uno

Il piano implica che la Brescia-Padova passi alla Cav in house Capisco che non piaccia

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Congestion­e Traffico lungo un tratto dell’autostrada BresciaPad­ova: si ragiona di quarta corsia

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