Corriere di Verona

«Le urla, la fuga: scampato alla morte a Sydney»

- Roberta Merlin

Le urla, la fuga verso l’uscita e la corsa delle guardie armate. «Sono stati attimi di grande panico, la gente scappava ovunque. Ho subito pensato ad una bomba». È il racconto di Paolo Beraldo, 45 enne di Treviso, uno delle centinaia di clienti presenti, ieri mattina, nel centro commercial­e Bondi Junction Westfield di Sydney durante la strage messa a segno da un uomo armato di coltello. Sette i morti, tra cui un neonato di 9 mesi, e altrettant­i i feriti. Beraldo, originario della Marca, in Australia per lavoro, ieri, intorno alle 15 ora locale, aveva deciso di raggiunger­e il grande centro commercial­e che si trova in un sobborgo di Sydney per fare shopping. Ad certo punto, lungo i corridoi, il panico: «Stavo scendendo sulle scale mobili e entrando nel supermerca­to quando ho sentito gente urlare e ho visto le guardie agitate, parlare alla radio e impugnare le armi - racconta -. Siamo rimasti 10-15 minuti lì, poi ci hanno fatto evacuare. A quel punto però abbiamo avuto paura che ci fosse anche una bomba». Beraldo, in un primo momento, non si era infatti reso conto di quello che stava accadendo. «La gente urlava e scappava impaurita, ho pensato ad un atto terroristi­co, tipo la presenza di un ordigno». Solo una volta uscito dalla struttura, lui e gli altri clienti scoprono che era appena stata compita una strage con diversi morti e feriti. Tra le vittime anche un bambino di 9 mesi. «Una ragazza accanto a me aveva visto l’aggression­e alla mamma e al bimbo - racconta -. L’attentato era infatti avvenuto a poca distanza da dove mi trovavo. Pochi minuti prima ero passato a meno di 50 metri da dove sono state accoltella­te e uccise delle persone». Una volta in sicurezza, Beraldo ha contatto la famiglia.

L’uomo Paolo Beraldo, 45 anni, è riuscito a fuggire: il bilancio è di sette vittime

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