«Sorgeranno altri Pronto Soccorso privati»
L’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Verona «discute» il caso del «Pronto Soccorso privato» di Legnago, salito alle cronache per l’annuncio che riporta, sul sito della «Domus Salutis», l’offerta di un accesso a pagamento per codici bianchi e verdi per saltare le lunghe attese dei Pronto Soccorso pubblici. «Nella pubblicità informativa sanitaria vanno evitati termini che possono creare confusione o false aspettative nell’utenza. Ma il tema dell’offerta privata nel campo della medicina d’emergenza-urgenza va affrontato anche da un punto di vista più ampio, perché è figlio del progressivo impoverimento del Servizio sanitario nazionale» spiega il presidente dell’Ordine Carlo Rugiu, che con i membri del loro Consiglio nell’ultima seduta hanno deliberato di sottoscrivere l’appello dei 14 scienziati in difesa del Sistema sanitario nazionale.
«Il tema dell’offerta privata nel campo della medicina d’emergenza-urgenza è molto complesso - aggiunge Rugiu -. Strutture che la offrono si stanno diffondendo in tutta Italia, agevolate dal numero sempre crescente di utenti arrabbiati di fronte alle lunghe attese nei punti di accesso degli ospedali pubblici o privati accreditati». È chiaro che centri sostanzialmente «ambulatoriali» privati non dispongosubito no delle specializzazioni e strumentazioni che si trovano nei presidi ospedalieri. C’è, infatti, anche un codice di deontologia medica che disciplina la pubblicità informativa sanitaria, il quale stabilisce che la stessa, «con qualunque mezzo venga diffusa, deve sempre essere veritiera, corretta e funzionale all’oggetto dell’informazione, mai equivoca o ingannevole». «Non ci meraviglia - continua il presidente dell’Ordine - la diffusione di servizi privati nel campo dell’emergenza-urgenza e possiamo aspettarci di vederne sorgere anche altri nella nostra provincia, che soffre, al pari di tutte le altre in Italia, per il definanziamento del Sistema sanitario nazionale. Il 50% delle visite specialistiche e il 30% degli accertamenti diagnostici sono pagati privatamente. Purtroppo, non si intravvedono all’orizzonte misure strutturali volte a correggere la crisi che ha colpito il personale del Sistema sanitario pubblico, in particolare medici e infermieri. In Italia mancano circa 20 mila medici, di cui 4.500 nei Pronto Soccorso, a fronte dell’invecchiamento della popolazione che richiede terapie croniche ambulatoriali, assistenza domiciliare capillare e una presa in carico multidisciplinare», conclude Rugiu.