Sit, «rosso» da 23 milioni: «Ma investiamo ancora» Chiusa la rinegoziazione dei prestiti bancari
Sit chiude il 2023, anno nero del settore climatizzazione con una perdita di 23 milioni. E intanto porta a casa l’accordo di rinegoziazione con le banche sui prestiti, grazie anche a un finanziamento soci convertibile da 5 milioni di euro messo dal socio di maggioranza Technologies Sapa. Dopo i record del 2022, via il Superbonus, accompagnato da inflazione e caro-tassi, che hanno ridotto gli investimenti delle famiglie, e dall’incertezza delle regole europee sulla transizione ecologica. E anche la ripresa delle vendite, a fine anno, delle caldaie a gas (mentre la caduta delle pompe di calore è continuata), sta però vuotando magazzini ancora pieni, e tarda a trasferirsi ai componentisti. Un ciclone abbattutosi anche su Sit, gruppo padovano della componentistica di controllo degli impianti di climatizzazione e dei contatori smart per acqua e gas quotato in Borsa, che fa capo alla famiglia de’ Stefani. A riequilibrare il bilancio
2023, approvato dal cda ieri, non è bastato il positivo andamento del settore misurazione, in crescita per ricavi del 22%, dai 72,5 milioni 2022 agli 88,6 del 2023. (60 dal settore gas, +24%, e 28,6 dall’acqua, +18%). Il settore riscaldamento e ventilazione vede il fatturato in contrazione del 25%, dai 315 milioni del 2022 ai 234 del 2023; in Italia i ricavi si riducono di un terzo, da 56 a 36 milioni di euro. Il totale ricavi va giù del 17%, dai 393 milioni del 2022 ai 326 del 2023. Dato che si è riflesso, nell’ultima riga di bilancio, in una perdita di 23,3 milioni di euro, a fronte dell’utile per 11,2 del 2022. Ciò soprattutto per la svalutazione di 17 milioni di euro dell’avviamento del settore riscaldamento, e per i 2,5 milioni di maggiori oneri finanziari, tra maggior debito e caro-tassi (gli interessi sono saliti da 3,3 a 7,2 milioni). «Ma continuiamo a investire, quest’anno tra i 20 e i 25 milioni di euro», ha detto ieri agli analisti il presidente, Federico de’ Stefani, che guarda ai miglioramenti di mercato attesi per il 2024 nel riscaldamento, ai piani per tagliare 4,5 milioni di euro di spese (compresa la chiusura di uno stabilimento in Olanda) e alle alleanze messe a segno nella componentistica su pompe di calore e cappe da cucina, che dovrebbero produrre ricavi dal 2025.