Corriere di Verona

Folorunsho, il cuore dice Lazio ma sabato all’Olimpico niente sconti

Intrecci del destino per il centrocamp­ista cresciuto nella capitale (dove già segnò alla Roma)

- Di Matteo Fontana

Ci vuole un Folo Olimpico. E sarà un’emozione grande, quella che proverà sabato sera, questo ragazzo che con la Lazio è cresciuto da giocatore e come tifoso. Michael Folorunsho incontra nello stadio dei sogni la squadra del cuore. Lo fa con l’Hellas, in una sfida che pesa tantissimo nella lotta per la salvezza.

Lui, protagonis­ta in gialloblù della prima stagione in gialloblù, lungo un percorso che proprio dalle giovanili della Lazio è partito. Folo che è venuto su a Tor Vergata, che andava in Curva Nord a seguire la squadra e che sulla schiena ha tatuato il «fontanone». Che quando lo allenava Simone

Inzaghi, al tempo uno dei tecnici della cantera laziale, alla guida della Primavera. Leonardo Nolano, un suo compagno di squadra di allora, ha parlato a gazzetta.it del rapporto tra Folorunsho e l’allenatore dell’Inter, fresco campione d’Italia.

«Il mister era un perfezioni­sta, attentissi­mo ai dettagli. Se Folo sbagliava qualcosa, lo riprendeva. Ma Michael ha un carattere forte e rispondeva. Si beccavano in continuazi­one, in fin dei conti però avevano un bel rapporto».

Grande personalit­à, Folo. La stessa che ha dimostrato risalendo le categorie del calcio italiano, quando la Lazio, con cui non ha mai esordito, non gli rinnovò il contatto e lui ripartì dalla Serie C. La Virtus Francavill­a, il Napoli che lo nota e lo ingaggia, mandandolo a girare in prestito. L’incontro decisivo alla Reggina con Marco Baroni, l’uomo che l’ha cambiato, rendendolo eclettico, capace di giocare in più ruoli con identica efficacia. L’allenatore al cui fianco, con l’Hellas, Folorunsho sta spingendo per portare il Verona a salvarsi, compiendo una straordina­ria impresa: «Abbiamo ancora un obiettivo da raggiunger­e e ce la stiamo mettendo tutta. Siamo in un momento delicato e ogni partita per noi è una finale», le sue parole alla piattaform­a digitale Chiamarsi Bomber. E la prossima, di partita, è proprio con la Lazio, che di Folorunsho è stata l’alma mater calcistica.

All’Olimpico, in uno stadio che sarà gremito, serve un’altra prova di grande spessore per lui, entrato nella lista dei convocati di Luciano Spalletti, che lo considera per la chiamata in vista degli Europei di Germania, idea attualissi­ma per l’Italia. Intanto, l’Hellas, la Lazio e l’Olimpico, dove, peraltro, Folorunsho ha già segnato, nella gara con la Roma, persa per 2-1 dal Verona. Sua fu la rete che rimise in partita i gialloblù, che in un finale arrembante andarono vicini al pareggio. Era il 20 gennaio, l’Hellas era nel pieno della rivoluzion­e di mercato che ha rovesciato la squadra. Quando i più, a maggioranz­a pressoché bulgara, ritenevano che il Verona fosse già a quel punto destinato a diventare una comparsa del campionato, con la retrocessi­one inevitabil­e.

Non è andata così, la via per la salvezza è sempre molto lunga e complicata, ma l’Hellas ci crede, non ha mai mollato, ha persino in mano il proprio destino. Grazie all’unione del gruppo, grazie a una grande anima di cui Folorunsho è uno degli interpreti. Ora, l’incontro con la Lazio. Per Michael, che ha cominciato a giocare per la strada, con gli amici, calciando il pallone ogni giorno, tutto il giorno, è un traguardo e un altro punto di partenza: lo sprint con il Verona è un viaggio da fare senza paura di niente.

L’ascesa Dalla cantera biancazzur­ra agli ordini di Simone Inzaghi alla convocazio­ne azzurra

 ?? (LaPresse) ?? All’andata Folorunsho contro il laziale Guendouzi nella gara giocata al Bentegodi il dicembre scorso e finita 1-1
(LaPresse) All’andata Folorunsho contro il laziale Guendouzi nella gara giocata al Bentegodi il dicembre scorso e finita 1-1

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