Acciaierie Venete, nuova offerta in Francia sui tre stabilimenti della Ascometal in crisi
Nuova offerta di Acciaierie Venete per gli stabilimenti francesi di Ascometal. Torna alla carica il gruppo padovano guidato da Alessandro Banzato sui tre siti di produzione e lavorazione di acciai speciali di piccolo diametro, funzionali alla componentistica meccanica per l’industria dell’auto, su cui già aveva trattato in esclusiva alla fine dello scorso anno, firmando un contratto preliminare d’acquisto prima di Natale. Operazione interrotta improvvisamente a fine marzo, nonostante l’accordo già raggiunto anche con i sindacati e il via libera delle autorità antitrust, per l’aggravarsi della situazione societaria. Ma è di ieri la notizia che il capitolo si riapre. A fine marzo l’avvitamento della crisi di Ascometal aveva portato la società francese in amministrazione controllata, dopo che la proprietà svizzera di Swiss Steel aveva avviato un aumento di capitale per uscire dalla crisi, lasciando però andare la controllata francese.
L’altro ieri scadevano i termini posti dalla divisione commerciale del tribunale della città francese di Strasburgo per le offerte sugli asset Ascometal. E il gruppo padovano dell’acciaio (1,8 miliardi di euro di ricavi 2022, con margine operativo lordo di 292 milioni) ha avanzato un’offerta per i tre siti al centro della trattativa poi saltata: quello principale di Hagondange, vicino a Metz, che occupa 420 persone, e i due satelliti di Custines, sempre a Metz, e Le Marais, vicino a Lione, che realizzano finiture. «È una buona notizia, ben accolta dal management», ha affermato un portavoce di Ascometal all’agenzia France Presse. I tre siti, 600 addetti totali, producono 250 mila tonnellate di acciaio l’anno per il settore auto, con i primi due stabilimenti in una posizione strategica tra Francia e Germania. Le produzioni non si sovrappongono a quelle nel settore auto di Acciaierie Venete, che ha 1.600 addetti nei suoi sei stabilimenti italiani, con una produzione annua di 2 milioni di tonnellate. Servirebbero però notevoli investimenti per modernizzare gli impianti. «Sarebbe un’opportunità per crescere di dimensione - spiega l’interesse sui siti francesi il presidente di Acciaierie Venete, Alessandro Banzato - aggiungendo produzioni di qualità, che s’integrerebbero perfettamente con le nostre. In più c’è il centro di ricerca sugli acciai speciali di Hagondange, che ha in forza 25 ingegneri, altro asset di valore». La risposta del tribunale è attesa a fine maggio.