Corriere di Verona

Hellas, il test olimpico

Corsa salvezza, quintultim­o atto oggi a Roma contro la Lazio di Tudor. Baroni studia le strategie d’attacco: meglio Noslin davanti oppure come ala per Bonazzoli o Swiderski?

- Matteo Fontana

Sarà un sabato sera di lotta per il Verona, che di strada ne ha fatta tanta per arrivare fin qua, con la salvezza che era, per i più, utopia per gli illusi, persino per creduloni, e ora non è lontana. Nemmeno vicina, però, e così l’Hellas va a giocare con la Lazio all’Olimpico certo di quanto, ancora, sarà dura farcela.

Sono cinque le partite che attendono i gialloblù, intanto si comincia con i biancocele­sti, che masticano amaro per l’eliminazio­ne in Coppa Italia, martedì con la Juventus, e che sono stati comunque rilanciati da Igor Tudor. L’omone di Spalato, che a Verona ha fatto cose eccellenti, tra gol, risultati, una salvezza colta con larghissim­o anticipo e applausi scrosciant­i, ha tenuto la Lazio sui binari che possono condurre al prendersi un posto in Champions.

L’Hellas affronta, quindi, una grande che è in brillante condizione di forma e che non si è fatta turbare dai messaggi di commiato inviati da Luis Alberto e Felipe Anderson. Con giocatori di questa caratura sarà la sfida del Verona. Che, con le big, spesso è stato protagonis­ta di prestazion­i di marcato livello. L’ultima, a Bergamo, con i gialloblù che hanno fermato l’Atalanta, rimontando dal 2-0 al pari. Ce ne vuole di carattere, di cuore, di spirito Hellas per riuscire in certe imprese. Ci riprova, allora, il Verona, con la Lazio e Marco Baroni dice: «In campo voglio vedere giocatori che si spendono, che danno tutto, è lì dentro la dimostrazi­one della prestazion­e. Durante le partite si vivono momenti diversi, alcuni in cui si soffre, altri in cui bisogna crederci sempre di più e affondare il colpo. La squadra deve stare dentro la prestazion­e, dentro questa identità, dentro il ritmo, la corsa, l’attenzione: non possiamo prescinder­e da questi valori».

Ci sono le scelte da fare, poi. Sta meglio Pawel Dawidowicz, recuperato dopo lo stop muscolare per cui ha saltato la gara con l’Udinese. Probabile, tuttavia, che Baroni confermi in mezzo alla difesa Giangiacom­o Magnani e Diego Coppola. A centrocamp­o, Ondrej Duda si è allenato con regolarità e ci sarà dall’inizio, superata la contusione che gli ha imposto di restare fuori con l’Atalanta, per rientrare nei decisivi minuti finali con l’Udinese. Con lui, Suat Serdar. Sulle fasce, in difesa, a destra è favorito Fabien Centonze, mentre a destra ci sarà sempre Juan David Cabal. Decisioni aperte in attacco: Tijjani Noslin sarà il perno offenisivo o agirà da ala, con uno tra Federico Bonazzoli e Karol Swiderski di punta? La domanda è questa. Baroni risponde, restando abbottonat­o: «Vediamo. È stata una settimana corta per noi, abbiamo avuto un giorno in meno, ma abbiamo ancora due sedute di lavoro importanti.

Avevamo bisogno anche di recuperare qualche giocatore. Con la Lazio sarà una partita da leggere bene anche in base alle caratteris­tiche dei nostri avversari». Un passo dopo l’altro, sapendo che ogni pallone conta. Perché, come sottolinea Baroni, «a essere determinan­te è anche una rimessa laterale». Con il coraggio che ha, l’Hellas va all’Olimpico e guarda negli occhi la Lazio: serve fare qualcosa di grande.

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Potenza fisica Uno stacco di Noslin nella recente gara contro il Genoa (LaPresse)

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