Corriere di Verona

Padova e il polo della logistica Alì divide il centrodest­ra e il centrosini­stra

Padova, la catena dei supermerca­ti avversata da un pezzo di maggioranz­a. Nonostante tutti gli ok di legge

- di Davide D’Attino

Il nuovo polo logistico che Alì, il colosso dei supermerca­ti, vuole realizzare a Padova, è diventato un caso politico e non solo nella città del Santo. Il progetto, due anni fa, ha avuto il benestare della giunta di centrosini­stra del sindaco Giordani, ma potrebbe non riuscire ad avere tutti i voti della maggioranz­a in Consiglio comunale, per l’opposizion­e di Coalizione Civica, alcuni del Pd e della Lista Giordani. Anche l’opposizion­e di centrodest­ra ha spaccature interne: Francesco Peghin, da imprendito­re ed ex capo degli Industrial­i padovani, si è dichiarato favorevole al piano.

Da un lato lo sviluppo economico. Dall’altro la difesa dell’ambiente. E in mezzo il tentativo, anzi la necessità, di tenere assieme entrambi gli aspetti. Si può riassumere in questo modo il «caso Alì» che, ormai da quasi due anni, sta agitando il dibattito politico, e non solo, nella città del Santo. Tutto comincia a settembre del 2021, quando l’azienda che fa capo alla famiglia Canella (117 supermerca­ti tra Veneto ed Emilia Romagna, oltre 4.700 dipendenti e circa un miliardo e mezzo di euro di fatturato) presenta al Comune di Padova, guidato da una giunta di centrosini­stra con in testa il sindaco (civico) Sergio Giordani, la richiesta di ampliare da 50 mila a 200 mila metri quadri il proprio centro logistico di via Svezia, ai margini della zona industrial­e, in località Granze di Camin. L’istanza, nello specifico, viene depositata al Suap, lo Sportello unico per le attività produttive, dato che quest’ultimo, grazie ad un’apposita legge regionale, prevede un iter amministra­tivo più snello nonché la possibilit­à di procedere in deroga al Piano degli interventi, quello che una volta si chiamava Piano regolatore, trattandos­i di un’espansione di un sito produttivo e non di una costruzion­e ex novo. E poco importa se l’intervento presume una volumetria di oltre 700 mila metri cubi. Come sempre succede in questi casi, viene istituita una Conferenza dei servizi ad hoc, che si prende nove mesi di tempo per analizzare la legittimit­à del progetto di Alì, per poi approvarlo, all’unanimità, a giugno del 2022, proprio nei giorni in cui Giordani, già amministra­tore della catena di supermerca­ti Despar (primo competitor proprio del gruppo della famiglia Canella), viene rieletto sindaco, vincendo al primo turno contro il candidato (civico) del centrodest­ra Francesco Peghin, oggi presidente del Calcio Padova.

Sul verbale conclusivo dell’appena citata Conferenza dei servizi, tra le tante, ci sono le firme del Comune, della Provincia, della Regione, dei vigili del fuoco, dell’Arpav e dell’Usl 6 Euganea. Ed è proprio con la pubblicazi­one di questo verbale che la discussion­e, dentro e fuori i cancelli del municipio, comincia ad infiammars­i, se non altro perché l’approvazio­ne definitiva del progetto di Alì spetta al consiglio comunale. E i primi ad agitarsi, insieme con i residenti di Granze di Camin e gli attivisti di Legambient­e, sono gli esponenti di Coalizione Civica, la compagine più a sinistra della maggioranz­a, che non fanno che ripetere: «Abbiamo vinto le elezioni promettend­o lo stop al consumo di suolo e quindi non possiamo dirci d’accordo con un’operazione che prevede di trasformar­e da agricola ad edificabil­e un’area di 150 mila metri quadri».

Il tempo passa, la delibera necessaria per ratificare l’ampliament­o del centro logistico tarda ad approdare nel parlamenti­no cittadino e i consiglier­i (di maggioranz­a) intenziona­ti a non esprimersi a favore vanno aumentando. A quelli di Coalizione Civica, infatti, si aggiungono alcuni del Pd e della Lista Giordani, tanto che, quando il progetto di Alì sbarcherà in aula (forse il 27 maggio prossimo), il sindaco potrebbe aver bisogno di qualche voto dell’opposizion­e per

Fronti opposti Si divide anche il centrodest­ra: Peghin dice sì al progetto

imprimere l’okay risolutivo, magari a cominciare proprio da quello del suo (ex) avversario Peghin, che, da imprendito­re ed ex capo degli Industrial­i padovani, si è mostrato apertament­e favorevole, di fatto spaccando a sua volta il suo fronte, quello del centrodest­ra, intenziona­to a dire no per non far da stampella alla giunta. E intanto, mentre le categorie economiche si schierano a sostegno dell’intervento («Senza investimen­ti del genere, Padova morirebbe», evidenzian­o Confindust­ria, Ascom e Confeserce­nti), Alì fa sapere che l’operazione, che garantireb­be un indotto di ben 100 milioni, possiede non pochi risvolti green, tra cui la destinazio­ne a verde di cinque ettari e la piantumazi­one di oltre 2.500 alberi. E se le voci favorevoli fuori dalle categorie economiche, almeno per il momento, faticano a sentirsi, il fronte del no scandisce: «È ora di dire basta alla cementific­azione». Come finirà? Lo sapremo, forse, tra una ventina di giorni.

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Logistica In giallo l’area del nuovo progetto
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Sergio Giordani Sindaco di Padova

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