Hellas, c’è Da Juric a Tameze un Toro a tinte gialloblù
Domenica match dove non potrà esserci spazio per l’amarcord
Occhio agli ex, perché ne arrivano tanti, al Bentegodi, domenica. Il Verona gioca con il Torino in una nuova, fondamentale partita nella lotta per la salvezza. Davanti, Ivan Juric, uno degli allenatori più amati e iconici della storia dell’Hellas, insieme a diversi giocatori che lui stesso ha diretto in gialloblù.
Ci saranno, infatti, Adrien Tameze, Ivan Ilic e Matteo Lovato. Tracce di un Verona che è stato. Quello di oggi è guidato da Marco Baroni, è stato capace di risalire quando nessuno, a eccezione di chi ne aveva il timone dei giocatori, ci credeva. Adesso, l’incontro con un passato bello, ma pur sempre passato. Dunque, Juric, l’uomo di Spalato che ha lasciato un segno profondo all’Hellas. Due stagioni, dal 2019 al 2021, la costruzione di un’ideologia di gioco che ha definito il Verona anche dopo la sua partenza, finché proprio Baroni non ha virato, archiviando la linea difensiva a tre e tutti quei concetti che non potevano più essere, cambiati gli scenari e gli interpreti, sostenibili. Perché Juric è letteratura, è più di un tecnico. All’Hellas è stato amore vero. Con la gente e poi da parte di Maurizio Setti, il presidente che aveva scelto Juric, che veniva da tre esoneri al Genoa,
puntando su di lui e dandogli una chance. Scegliendolo con la squadra ancora in B a battagliare per conquistare, in un mese epico, la promozione ai playoff, con Alfredo Aglietti in panchina. Il resto è epos, con il lavoro al fianco di Tony D’Amico, ds con cui Juric entrò in simbiosi, che condusse il Verona a quotazioni europee, prima che la pandemia fermasse il mondo.
Un contratto triennale, a seguire, Setti che non lesinò investimenti per soddisfare le
richieste di Juric, che aveva «sfornato» giocatori che avevano dato al club grosse plusvalenze (Rrahmani, Amrabat, Kumbulla). Poi, però, l’intesa si incagliò, Juric – che in quei mesi a più riprese aveva rilasciato dichiarazioni non esattamente cordiali nei confronti di Setti – ricevette l’offerta del Torino e lasciò l’Hellas, cosa che molti tifosi non hanno mai accettato. Ritenendolo un voltafaccia, un gesto di gelo dopo tutto quello che loro, Verona, avevano dato
a Ivan. Ora, al Toro, con lui c’è Tameze, che ebbe al Verona e che ha sempre rivoluto con sé. Centrocampista, difensore, trequartista e persino prima punta: tanti ruoli, in tre stagioni all’Hellas, per il giocatore francese. Soprattutto nel 2021-2022, con Igor Tudor in panchina, Tameze ha avuto un livello di rendimento spaziale. Con lui, a centrocampo, Ilic, talento puro e piedi finissimi. Il Torino ha speso 16 milioni, a gennaio del 2023, per prenderlo dal Verona. Ilic è stato uno dei numerosi acquisti di pregio che la società granata ha concluso su indicazione di Juric. Con lui, Tameze e Ilic erano insieme nell’Hellas 2020-2021, e con loro c’era anche Lovato, preso il gennaio precedente da D’Amico, che lo vide al Padova (il cui diesse era Sean Sogliano). Affare fatto, Lovato fu del Verona, facendo il salto dalla C alla A.
Fece apprendistato alla scuola di Juric, che lo fece debuttare ripreso il campionato dopo il lockdown. Nell’annata successiva fu tra i migliori giovani difensori della Serie A, mettendosi in luce per capacità e applicazione. In estate, la cessione all’Atalanta, Juric era già al Toro. Per Lovato il prestito al Cagliari, poi il trasferimento a titolo definitivo alla Salernitana. Di qui, a gennaio, il passaggio, di nuovo in prestito, al Torino, per ritrovare così il maestro Juric. Sono tutti vecchie conoscenze dell’Hellas. Che, non serve ribadirlo, dovrà prestare ancora maggiore attenzione. Stavolta non può proprio essere tempo di amarcord.
Linea diretta Anche Ilic e Lovato fanno parte del gruppo granata, tutti voluti dal tecnico di Spalato