Corriere di Verona

«Eco di un grido», fotografie di guerra e pace a confronto

- Camilla Bertoni

Maturare la coscienza del privilegio di vivere in un Paese non coinvolto sul proprio territorio in una guerra. È la riflession­e che vuole suscitare la mostra fotografic­a «Eco di un grido» dove si mettono a confronto situazioni contrappos­te. Da una parte, tre fotoreport­er profession­isti che hanno documentat­o zone di guerra, ci mettono di fronte alla violenza e alla privazione della libertà: Juan Carlos, nato a El Salvador, ma cresciuto e formatosi come fotografo documentar­ista in California, è stato presente in Afghanista­n, Ucraina e Iraq. Federico Vespignani, fotografo e videomaker, ha documentat­o ampiamente il ruolo delle organizzaz­ioni criminali e delle loro implicazio­ni sociali in Centro America. Alcune delle immagini esposte sono tratte dalla sua monografia Por Aqui Todo Bien frutto dell’indagine pluriennal­e all’interno di un’organizzaz­ione criminale in Honduras. Francesca Tosarelli, filmaker indipenden­te, da dodici anni si occupa di conflitti e migrazioni, in mostra viene riprodotto il suo video documentar­io dal titolo Ukraine’s Unstoppabl­e Medics. La seconda parte della mostra, «Sguardi e Attimi di Pace», è composta dalle fotografie inviate da artisti e fotoamator­i tramite la partecipaz­ione ad un bando: 24 le immagini selezionat­e dalla giuria composta dai tre fotoreport­er che ritraggono momenti di pace in Italia o in territori non coinvolti attualment­e da alcun conflitto bellico. «L’obiettivo – spiegano gli organizzat­ori - è creare un’opportunit­à di riflession­e sulla vita quotidiana in tempo di pace e sul suo contrasto con gli orrori della guerra, coinvolgen­do le persone, mettendo in comunicazi­one realtà che lavorano per diffondere una cultura di pace». Ospitata fino al 19 maggio (dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 19, dal venerdì alla domenica dalle 9 alle 21) nella Sala Birolli del complesso dell’ex Macello nel quartiere Filippini a Verona, realizzata dall’associazio­ne culturale veronese «Il mondo di Irene» nell’ambito del progetto «Sguardi di Pace» con la curatela di Cosmogramm­a

Studio, «Eco di un grido» è accompagna­ta da una serie di iniziative: oggi alle 18, in Sala Birolli, «Com’era bella Sarajevo» vedrà la partecipaz­ione di Dzemat Nur Verona, in rappresent­anza della Comunità Islamica dei Bosniaci in Italia, e di Donne in Nero. Martedì 14 maggio alle 18.30, sempre in Sala Birolli, si terrà «Curiamo le ferite del mondo»: Medici senza frontiere, Emergency Verona e Medici per la pace, con la partecipaz­ione di Giuditta Brattini cooperante volontaria, raccontera­nno l’azione umanitaria nelle aree di conflitto.

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Allarmi Una delle fotografie della mostra «Eco di un grido»

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