Corriere di Verona

Il colosso Usa Huber lancia Ilsa ricavi da triplicare in cinque anni

Espansione estera, dopo il Brasile sedi in America e Asia: «Entrata negli Usa nel 2025»

- Federico Nicoletti

Ilsa, gli americani di Huber accelerano sull’espansione globale dell’azienda dei concimi per l’agricoltur­a derivati dagli scarti delle concerie. Dopo il potenziame­nto dell’Italia, tra Arzignano e Molfetta, un ulteriore stabilimen­to in Brasile e un altro insediamen­to in Centroamer­ica, anche per servire il mercato statuniten­se, dove l’ingresso potrebbe iniziare già nel 2025; e poi ancora un ulteriore sito in Asia. Seguendo un piano industrial­e che punta a triplicare, in cinque anni, i 45 milioni di euro di ricavi 2023 (30 in Italia, il resto in Brasile) a quasi 120.

I piani sono stabiliti e l’occasione per metterli sul tavolo è stata, ieri, la riunione, convocata ad Arzignano, del consiglio di amministra­zione di Huber Engineered Materials, la società a cui fa capo Ilsa, una delle tre operative di Jm Huber Corporatio­n, il gruppo statuniten­se, base ad Atlanta, in Georgia, quattromil­a dipendenti e ricavi per oltre 3,2 miliardi di euro l’anno, controllat­a dalla famiglia Huber dai sei generazion­i. Per altro con una netta divisione tra la governance della holding proprietar­ia e le società operative, affidate a manager, con consiglier­i esterni nei cda, in cui non siede alcun rappresent­ante della proprietà.

Il passo giunge a 18 mesi dall’acquisizio­ne, dai fondi Chequers e Neuberger Berman (presente in zona sia in Sicit che in Rino Mastrotto), di Biolchim, il gruppo italiano che nel 2017 aveva acquisito il 60% di Ilsa dalle famiglie Girelli e Piona, alle prese con un passaggio generazion­ale senza eredi. Con l’operazione di fine 2022, gli americani hanno acquisito anche il restante 40%, pur se gli esponenti della vecchia proprietà sono rimasti in azienda con ruoli operativi. «Parlo da ex proprietar­io e ora manager ha detto ieri il presidente di Ilsa, Paolo Girelli -. Siamo entrati in un gruppo che ci dà forza e ci permette di competere con i colossi globali della chimica, da Syngenta, a Bayer, a Sumitomo, che sono entrati nei biostimola­nti e nei fertilizza­nti organici e organo-minerali, prodotti sostenibil­i e molto più efficaci dei tradiziona­li».

Ambito, quello dei fertilizza­nti speciali, in cui ha deciso di diversific­are anche Huber, dopo la valutazion­e compiuta con i consulenti di Boston Consulting, alla ricerca di un settore con crescita stabile, oltre che esempio di economia circolare, visto che utilizza materiali di scarto, senza, nel caso di Ilsa, produrre rifiuti. L’obiettivo dichiarato, con l’acqusizion­e di Biolchim, era di diventare il primo fornitore di prodotti speciali per il settore agricolo; settore, che in soli due anni, vale già il 10% dei ricavi.

Huber conferma che non ci saranno razionaliz­zazioni nelle società acquisite: «Vogliamo continuare ad investire e rimanere parte attiva delle comunità in cui siamo presenti», ha detto il presidente di Huber Engineered Materials, Dan Krawczyk. L’obiettivo, semmai, è di replicare il modello di Ilsa su scala planetaria, «Lungo il business model dell’uso degli scarti di conceria anche nelle altre aree del mondo», aggiunge Krawczyk.

La sequenza dei prossimi passi pratici è delineata da Girelli. In Italia, 75 dipendenti, Ilsa ha appena investito 3,5 milioni di euro ad Arzignano, dove si sta per concludere un ampliament­o dello stabilimen­to di 1.500 metri quadrati: «Allarghiam­o le capacità produttive e realizziam­o una linea di produzione di idrosolubi­li per l’agricoltur­a biologica», dice Girelli. A Molfetta è stato realizzato un impianto fotovoltai­co, che renderà l’azienda autosuffic­iente sul piano energetico.

All’estero, il primo obiettivo di Ilsa è acquisire l’altro 50% della joint venture in Brasile (110 dipendenti), per aggiungere agli stabilimen­ti a Rio Grande un altro nell’altro cluster conciario di San Paolo. «Non sappiamo bene ancora i tempi: ci attendiamo tuttavia di chiudere l’acquisizio­ne piena entro il 2024, mentre per il nuovo stabilimen­to molto dipenderà dai permessi. Pensiamo di esser pronti entro il 2025 - aggiunge Krawczyk -. E poi abbiamo in corso diverse trattative in varie parti del mondo. Gli ingressi sui vari mercati potranno avvenire sia con acquisizio­ni, che con joint venture che con realizzazi­oni di nostri stabilimen­ti».

I distretti conciari mondiali sono distribuit­i tra Messico, Turchia, India, Vietnam e Cina. E il primo indiziato, per un’ulteriore mossa, è il Messico, anche per servire il mercato statuniten­se: «Potremmo aprirlo già nel 2025 con forniture da Europa e Sud America - conclude Girelli - per avere poi nuove disponibil­ità di materiali dopo 12-18 mesi».

 ?? ?? Ad Arzignano Da sinistra: Girelli, Krawczyk il consiglier­e di Huber Engineered, Marcello Boldrini e il rappresent­ante della proprietà Ben Huber
Ad Arzignano Da sinistra: Girelli, Krawczyk il consiglier­e di Huber Engineered, Marcello Boldrini e il rappresent­ante della proprietà Ben Huber

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy