“Gli ispettori del lavoro presidiano il territorio nonostante l’esiguità delle risorse economiche”
La precisazione della dirigente, Elda Gente Magnani, in merito all’intervista rilasciata al Corriere dalla dottoressa Milena Lenzo
▶ VITERBO
In merito all’articolo pubblicato sul nostro quotidiano in data 26 marzo dal titolo “Il lavoro c’è main nero”, il capo dell’ispettorato del lavoro, dottoressa Elda Gente Magnani, intede precisare quanto segue.
“Alla dottoressa Milena Lenzo (non Ilena), responsabile dell’Area Vigilanza - Coordinmento dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Viterbo (non del settore controlli e sicurezza dell’Ispettorato provinciale del Lavoro) sono state attribuite frasi non corrispondenti al tenore dell’intervista rilasciata. L’Ispettorato territoriale del lavoro, articolazione territoriale dell’ispettorato nazionale del lavoro, svolge, tra l’altro, le attività ispettive già esercitate dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dall’Inps e dall’Inail in materia di lavoro e di legislazione sociale, contribuzione, assicurazione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nei limiti delle proprie competenze, effettuando accertamenti a caratter amministrativo e penale, ed irrogando le relative sanzioni. In relazione al reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (cd “capolarato”), si precisa che la previsione dell’articolo 603 bis c.p., già introdotta nel codice penale con il d.l. 138/11, è stata di recente modificata dalla legge 199/2016, che ha inserito la responsabilità penale del datore di lavoro che ponga in essere una condotta di sfruttamento dei lavoratori, approfittando del loro stato di bisogno. Pertanto la norma, già penale, è stata arricchita nel suo contenuto, anche con l’ulteriore previsione di sanzioni patrimoniali (confisca obbligatoria) a maggior tutela dei lavoratori. In merito all’organico del corpo ispettivo dell’Area vigilanza dell’ispettorato territoriale del lavoro di Viterbo, si precisa che esso consta di 12 ispettori ordinari, 4 ispettori tecnici, 3 carabinieri, appartenenti al Nucleo ispettorato del lavoro (Nil). Riguardo, infine, alle espressioni utilizzate dalla dottoressa Lenzo, riportate in virgolettato, si precisa che non corrispondono a quanto riferito nell’intervista rilasciata telefonicamente, nella quale si è parlato di datori di lavoro che “beccavano” la sanzione amministrativa, espressione non pertinente al contesto e sicuramente estranea al linguaggio utilizzato dalla funzionaria. Inoltre nell’articolo si parla diffusamente della protesta degli ispettori e delle modalità di effettuazioni dei controlli: “Facciamo quelli amministrativi, e, se proprio dobbiamo muoverci, lo facciamo con mezzi pubblici”. Tale formulazione, non attribuibile all’intervistata, scredita il corpo ispettivo agli occhi dei lettori, suggerendo l’idea di un disinteresse dei funzionari nei confronti dei propri compiti istituzionali. Al contrario la protesta, attualmente sospesa, è stata menzionata esclusivamente per rappresentare che, nonostante l’esiguità delle risorse economiche a disposizione degli ispettori, gli stessi continuano a presidiare attivamente il territorio con i mezzi a propria disposizione, anche durante lo stato di agitazione che, comunque, non ha interessato l’attività dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (Nil)”.
Confermo che la dottoressa Lenzo, da me intervistata, ha dichiarato “da ottobre è in atto una protesta contro ‘l'indennità risibile’ che viene erogata per i controlli effettuati con auto proprie; per protesta usano mezzi pubbici; essendo cambiata la normativa sul caporalato ora sono previste sanzioni penali anche per i datori di lavoro; la protesta è momentaneamente congelata in quanto non essendoci un governo manca l'interlocutore. Detto questo mi scuso per aver frainteso il nome di battesimo della dottoressa Renzo. ◀