Il governo dei vincitori c’è se tutti e due si sacrificano
Per gran parte dei conduttori di talk show e direttori di tg da noi consultati l’accordo M5s-centrodestra si farà, ma solo con un passo indietro dei leader
▶ In attesa che le faccia il presidente Mattarella ci abbiamo pensato noi ad avviare le consultazioni tra i conduttori di talk e tiggì per scoprire quali scenari si debbano ipotizzare nel lungometraggio politico dal titolo "Una poltrona per due". Di Maio o Salvini, chi la spunterà? Riusciranno a governare? tavia penso che questa base vada pure educata anche perché non credo che i cinquestelle arriveranno mai al 50%".
MYRTA MERLINO (L'ARIA CHE TIRA)
"È difficile ipotizzare una soluzione. In questi giorni all'Aria che tira ci siamo esercitati. Prima con una poltrona in studio, poi con il tango, altro film che tiene contro dei passi in avanti, indietro o a due. L'altra mattina c'era la motocicletta 10 hp con il motivetto Non dire no di Lucio Battisti. Coreografia a parte penso che per Salvini la grande partita sia quella di accreditarsi come il leader della coalizione perché come capo della Lega resta sempre secondo rispetto a Di Maio. Deve avere la pazienza di aspettare un giro. Mentre Di Maio ha bisogno come il pane di andare a governare, altrimenti come fa a mantenere la leadership nei confronti di due presenze ingombranti e di carisma come Grillo e Di Battista? La possibile quadra potrebbe essere questa: Di Maio a Palazzo Chigi, Salvini che eredita il centrodestra, in attesa del prossimo giro in cui andrà al ballottaggio contro i cinquestelle. Un governo con qualche ministro importante concesso a Forza Italia e un ruolo per coinvolgere anche Berlusconi. Salvini potrebbe prendersi il Viminale per lasciare un'impronta del suo operato. In fondo gli basterebbe seguire la scia di Minniti che ha già fatto tante cose. Mi sembra questo uno schema di gioco buono, mentre un governo del presidente è molto più complicato".
MARIA LATELLA (L'INTERVISTA
DI SKYTG24)
"Se fossimo come eravamo qualche anno fa molto legati a quello che dice dell'Italia The Economist dovremmo dire che il presidente del consiglio lo farà Luigi Di Maio, perché questa settimana tra le righe si lascia intravedere che questa ipotesi non spaventi né il settimanale britannico né tutto il mondo che gli sta accanto. Tuttavia, siccome tutto cambia rapidamente e non è detto che The Economist ci azzecchi comeci azzeccava dieci anni fa, in questo momento mi sentirei di dire che alla fine davvero tra Salvini e Di Maio si troverà la quadra e ci si accorderà su un nome terzo che sceglierà Mattarella, sul quale mi pare scontato che ci sia la fiducia convergente di tutti".
CLEMENTE MIMUN
(TG5)
Escono dal coro due direttori di tiggì molto seguiti.
"Penso che sia necessario trovare soluzione chiare - sottolinea Clemente Mimun (Tg5) - Anaso dico che a un compromesso al ribasso che porti a una cosa inconcludente preferisco tornare al voto e dare di nuovo la parola al popolo".
ENRICO MENTANA
(TG LA7)
Ancora più lapidario Enrico Mentana (Tg La7): "Ma che ne so come finisce? Noi dobbiamo raccontare i fatti non prevederli. Io i pronostici non li faccio mai, né sul calcio né sulla politica". ◀