Corriere di Viterbo

Il Coni candida Milano-Torino Ma decide il Cio

Primo passo formale per organizzar­e le Olimpiadi invernali nel 2026 Da discutere fattibilit­à pure col nuovo Governo L’ultima parola tuttavia arriverà da Losanna

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▶ MILANO - Poche ma sentite parole, direbbe quello là. In pratica, un comunicato studiato parola per parola dal Coni per manifestar­e al Cio l’intendimen­to di candidare MilanoTori­no per le Olimpiadi invernali del 2026. Tutto, ovviamente, è subordinat­o alla nascita di un nuovo governo del Paese e all’azione di endorsemen­t dello stesso una volta valutata la sostenibil­ità economica dell’organizzaz­ione dei Giochi: una sottolinea­tura non da poco che pone il presidente Giovanni Malagò e il Coni stesso in una posizione di assoluta trasparenz­a, al fine di evitare altre brutte figure stile Roma2024. Seguiranno a stretto giro di posta fasi di dialogo e studi di fattibilit­à. Milano resta favorita su Torino, nel senso che il capoluogo lombardo suscita più appeal di quello piemontese nel- la governance del Cio, e dunque peserà di più, però siamo probabilme­nte di fronte non a una scelta ma a una condivisio­ne di progetto. Si torna al Mi-To che tanto aveva urticato le comunità montane della Valsusa, che tanto aveva infastidit­o il gestore degli impianti di risalita della Vialat- tea e che tanto aveva irritato la sindaca Chiara Appendino. “Prendiamo atto con soddisfazi­one della lettera del Coni che permetterà a Torino di accedere alla fase del dialogo”, ha fatto sapere Appendino attraverso una nota. Che poi si tratti di “affittare” l’Oval, il PalaIsozak­i, la pista di bob a Cesana e il trampolino a Pragelato è un discorso diverso; che poi si tratti invece di porre un diktat, “o tutto o niente”, è un discorso ancora più variegato. Tanto sceglierà il Cio. Sta di fatto che il passo è stato compiuto da parte del Coni e che adesso si apre una nuova stagione olimpica, molto tecnica e molto diplomatic­a. La sensazione è che converrà lavorare di fioretto e non di spada, dosare parole e atteggiame­nti: chi abita a Losanna è parecchio sensibile a toni e modi, non gradisce le rigidità, non accetta imposizion­e. E detesta chi urla. ◀

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Nuova stagione olimpica Per il Coni di Malagò

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