Scaduto il tempo, tocca a Mattarella sbrogliare la matassa
E’ probabile che il capo dello Stato oggi dia l’incarico alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati
Ancora nessun accordo per il nuovo esecutivo tra i partiti, mentre oggi il capo dello Stato Sergio Mattarella potrebbe prendere la sua decisione per uscire dallo stallo. L’ipotesi più avvalorata è che il presidente della Repubblica, attraverso un comunicato, possa affidare un “incarico esplorativo”. L’esploratore, in realtà, sarebbe una donna: la prima persona cui ci si dovrebbe rivolgere, secondo la tradizione quirinalizia, è la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Lo stesso leader leghista, Matteo Salvini, non chiude al “terzo uomo” o “terza donna”: “Perché no?”, domanda retoricamente, a patto che “l’esploratore” sia “in gamba” e pronto a “sottoscrivere un programma che io condivido”. Intervistato da Telemolise, il leghista ha auspicato che l’incarico esplorativo possa davvero servire a fare un passo in avanti, in modo da dirigersi “verso la fine delle polemiche e l’inizio del lavoro vero”. “Governo vuol dire avere ministri che si occupino di sanità, di scuola, di giustizia, di agricoltura e di disabili, e un Parlamento pienamente operativo - ha scandito il segretario leghista -. Quindi, confido nel presidente della Repubblica”. Più avanti, en- trando in Senato per ascoltare l’informativa del Governo sulla Siria, l’ex europarlamentare ha risposto ai cronisti che lo aspettavano: “Casellati? Mi sembra che possa fare un buon lavoro”. Le parole del leader della Lega, in realtà, non stupiscono: in fondo Casellati, anche se di Forza Italia, è stata indicata dall’intera coalizione del centrodestra, in un’intesa con i pentastellati che ha portato lei allo scranno più alto di Palazzo Madama e Roberto Fico (M5s) alla Camera, che peraltro potrebbe essere un’altra scelta del Quirinale per l’incarico esplorativo. La vera partita, comunque, nonsi gioca su chi avrà l’inca- rico esplorativo, che in fondo ricoprirà solo il ruolo di arbitro, e permetterà di guadagnare giorni nei quali si voterà in Molise e Friuli. I giocatori sono sempre i soliti tre: la Lega (e tutto il centrodestra); il M5s; il Partito democratico. E non è un caso che lo stesso Salvini abbia rivolto, anche martedì sera in tv, l’ennesimo appello al leader pentastellato Luigi Di Maio: “Faccio un appello a Di Maio, lascia perdere ‘io, io, io’ - ha scandito su La7 - torna sulla terra, ci vediamo e ragioniamo”. Il timore, sulla sponda leghista, è che i pentastellati abbiano intenzione di chiudere la trattativa con la Lega, che ormai sembra non volersi sganciare da Forza Italia, mantenendo compatta la coalizione del centrodestra. Il nuovo interlocutore del Movimento sembra potrebbe essere il Pd, che alla vigilia delle mosse del Colle rilancia i suoi tre punti programmatici, peraltro già illustrati al primo gi- ro di consultazioni al Quirinale. La triade da cui partire, per Martina, sono: lotta alla povertà, con l’allargamento del Reddito di inclusione; misure a sostegno delle famiglie, con un assegno universale per famiglie con figli; lavoro, tramite l’introduzione di un salario minimo legale e il contrasto al dumping salariale. Positiva la prima reazione dei Cinquestelle, pronunciata dai capigruppo alla Camera e al Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli. “La proposta avanzata da Maurizio Martina rappresenta un’iniziativa utile - hanno sottolineato in una nota -. Abbiamo sempre detto che ciò che vogliamo fare è partire dai temi che interessano ai cittadini”. Lo stesso segretario reggente, comunque, ha poi messo le cose in chiaro che queste tre proposte “sono state subito strumentalizzate”, perché quella dei dem “è la nostra alternativa all’orto di Salvini e al forno di Di Maio”. ◀