Corriere di Viterbo

La furia di Cattani “Rieti non è razzista ma è ora di finirla”

Il patron dopo la squalifica per gli insulti a Sims: “Colpa di pochi ma si è superato il limite. Così roviniamo tutto”

- Di Valerio Pasquetti

▶ RIETI Il finale di stagione della Zeus e l’ultima partita casalinga vinta con merito su Eurobasket vengono macchiate dalla sanzione comminata dalla Fip agli amarantoce­lesti: “Squalifica del campo per 1 gara per offese collettive frequenti di tipo razziale verso un tesserato ben individuat­o della squadra avversaria”. La sanzione fa riferiment­o a DeShawn Sims, il giocatore oggi alla Leonis, ma che lo scorso anno ebbe modo di mettersi in mostra proprio con Rieti. IRRITATO “Avevo sentore che, comesociet­à, saremmo stati sanzionati per ciò che è accaduto domenica - dice con sconforto, ma anche con irritazion­e il presidente Cattani -. Il commissari­o di gara mi aveva avvertito e così pure gli arbitri, coi quali mi sono intrattenu­to dopo la conclusion­e del match. Credo sia la prima volta che un club di A2 subisce una sanzione di questo tenore: razzismo! Lunedì ho ricevuto telefonate da tutta Italia, da parte di presidente e addetti ai lavori i quali chiedevano di conoscere ciò che era accaduto. Quel che più mi rattrista è passare per razzisti! Non è così. Lo dico per la Npc che subito si è dissociata, ma lo dico anche per Rieti, per i miei concittadi­ni e per tutti i tifosi, eccettuati pochissimi, che ci seguono con passione ed in gran numero ogni domenica anche in trasferte lontane”.

ORA BASTA Quell’inciso (“eccettuati pochissimi”) induce a ritenere che qualcuno abbia realmente proferito epiteti irripetibi­li all’indirizzo di Sims: “Ovviamente è così perché, in caso contrario, non saremmo stati sanzionati - prosegue Cattani - non ritengo giusto ndr)

PROVOCAZIO­NI La pesante squalifica potrà essere tramutata in sanzione pecuniaria, però versando 5.000 euro che, ovviamente, dovrò tirare fuori io. Ok, Sims ha provocato il pubblico e non è stato notato dagli arbitri nonostante due gestacci verso le tribune ed un insulto davanti ai miei occhi alla curva. Il pubblico, però, è caduto nella provocazio­ne ed ha reagito ma non è una giustifica­zione. Si può reagire in tanti modi e qualcuno ha scelto quello più sbagliato. Nel passato, anche di recente, sono stati dati molti moniti ed avvertimen­ti al riguardo. Ora non è più possibile transigere ne tollerare oltre”. ◀

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