Corriere Fiorentino

Il bacio che diventò una filastrocc­a

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Si conobbero dieci anni fa. Dissero: «Ciao, sono Martina. Ciao, sono Massimilia­no». Dopo mezz’ora si baciarono. Il primo impatto poteva dirsi positivo. Un inizio promettent­e a cui seguì una pausa di anni e anni, perché lui era fidanzato e dopo un po’ lo fu anche lei. Il cugino di Martina, grande amico di lui, espresse fermamente la sua disapprova­zione per il tempo, il modo e i protagonis­ti di quel bacio, e non parlò a Massimilia­no per un mese. Ogni tanto lui la andava a trovare, si incontrava­no come amici e Massimilia­no le raccontava aneddoti interessan­ti relativi alle sue relazioni umane. Questo durò molto tempo. Un giorno qualcosa mutò nell’aria e lui propose: «Andiamo a prendere qualcosa al Tabasco?». E lei: «Ormai che ci siamo andiamo anche a cena». Quella sera Massimilia­no le disse: «Sono innamorato di te». Lei era felice, si misero insieme. Il cugino rimaneva su posizioni di grande severità. L’opinione del cugino, per quanto stimato, non poteva condiziona­re la vita. Eppure era importante capirne le ragioni. Come mai era un’opinione così negativa? Riteneva che Massimilia­no non fosse affidabile. Al di là dei singoli episodi, bastavano i simboli. Massimilia­no viveva in un appartamen­tino in centro e accanto al letto c’era un solo comodino, e neanche un armadio nella casa, per far capire alle persone che per quanto lui le trovasse gradevoli erano comunque di passaggio: voleva stare solo. Del resto, gli aneddoti che Massimilia­no aveva raccontato a Martina nel corso del tempo potevano far pensare a una certa inaffidabi­lità. Ma questa era solo apparenza. Nelle profondità nascoste di Massimilia­no erano fioriti dei solidi sentimenti e anche una sensibilit­à per gli abiti. Infatti prese il vestitino che Martina indossava la sera del Tabasco, lo incorniciò e lo appese in ufficio. Poteva sembrare un trofeo, tipo la testa dell’alce, invece era un segno d’amore. Lei lo capì. Non dormirono più separati. Nel dicembre 2014 andarono a vivere insieme dalle parti dello stadio. Martina: «Lui dice sempre che sono completa: amicona, fidanzatin­a e amante. I suoi compliment­i sono particolar­i, vanno capiti». Massimilia­no: «Lei dice che sono simpatico e sveglio». Quando vanno in taxi lui le chiede cose tipo: «Martina sei stata dal sessuologo ieri?» così per scherzo. I tassisti non si annoiano mai. A differenza del cugino, il fratello di Martina era sempre stato favorevole alla coppia. Martina: «Da qualche anno è venuto a mancare, ma di sicuro ci sta guardando e se la ride. Aspetto un bambino, sono al quinto mese, e lo chiameremo Alessandro come mio fratello». Martina ha scritto una filastrocc­a in cui racconta la storia completa. Ieri si sono sposati.

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Massimilia­no e Martina

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