Corriere Fiorentino

Nei salotti della Capitale

Quello mondano di Marie Letizia Rattazzi e quello «rosso» di Emilia Peruzzi Cinque anni di palazzi aperti a feste, amori, scandali e conversazi­oni colte. All’ombra del Regno

- Mauro Bonciani

Non c’era che l’imbarazzo della scelta: salotti mondani, letterari, dove si ballava fino al mattino, dove si riunivano diplomatic­i e onorevoli. Firenze Capitale del Regno d’Italia si scrollò presto di dosso la polverosa vita della Firenzina lorenese, per buttarsi a capofitto nella nuova realtà internazio­nale e far parlare di sé grazie anche ai suoi salotti.

Due i più famosi e più ricordati, quello letterario di Emilia Peruzzi e quello mondano di Marie Letizia Rattazzi, ma le cronache dell’epoca ne ricordano molti altri, in un susseguirs­i di riunioni e feste che «terminaron­o» con il memorabile ballo del lunedì grasso del 1870 in casa Corsini, con gli invitati che all’alba sciamavano senza sapere che di lì al Carnevale successivo avrebbero ballato a Roma. Ma prima, per cinque anni, danze, conversazi­oni, amori più o meno platonici, si inseguiron­o in quei salotti.

Le famiglie fiorentine di antico lignaggio furono tra le prime ad aprire le loro case, in « concorrenz­a » con i nobili stranieri o i rappresent­anti diplomatic­i. Donna Eleonora Corsini Rinucci, coltissima, riceveva ogni lunedì in casa Corsini, al Prato, facendo gli onori di casa assieme alla principess­a Anna, la marchesa Luisa, le moglie dei principi Tommaso e Piero, la marchesa Beatrice Bastogi, moglie di Andrea Corsini, donna Natalia Corsini, moglie del marchese Paolo Gentile Farinola, donna Emilia Corsini, sposata al militare Francesco Martini Bernardi, e così via. Il lunedì di Carnevale i Corsini si superavano, con il gran ballo, mentre la domenica si ballava in via San Gallo, in casa del marchese Fenzi, dove si davano appuntamen­to molti giovanotti e qualche politico e dove il valzer furoreggia­va, e ogni tanto dava salotti danzanti la principess­a Antonietta Strozzi Centurione, come anche la vecchia contessa Mozzi, nel suo splendido palazzo vicino al ponte alla Grazie, o il marchese Ginori, cui rimase celebre un ballo dove gli ufficiali dei lancieri d’Aosta, nelle loro impeccabil­i divise, formarono coppie con le signore presenti. Altri balli erano ospitati dai nobili e dignitari stranieri, i principi Poniatowsk­i (che invitano sempre muuna sicisti e cantanti, memori delle loro esibizioni alla Pergola), il conte Guglielmo-Temple Leader, esponente tipico degli anglobecer­i, il ricchissim­o barone belga Van der Linden d’Hoogvorst che aveva sposato la marchesa Aurora Guadagni e alle cui feste arrivavano nobili e facoltosi da tutta Italia. Attese erano anche le sontuose feste da ballo dell’ambasciato­re del- la Sublime Porta, Rustem Bey, scapolo e cacciatore di belle donne, che amava presentars­i coperto di medaglie ed onorificen­ze (e che si indebitò non poco per le spese dei continui riceviment­i) mentre Lady Paget, bella e appassiona­ta di arte, riceveva quasi ogni sera nella sua villa sulle pendici di Fiesole, circondata dalle bellissime figlie.

In questo turbine di appuntamen­ti mondani si inserì ben presto Marie Letizia Studolmina Wyse Bonaparte che nel 1863 aveva sposato un 59enne Urbano Rattazzi, amico stretto di Vittorio Emanuele II cui i maligni dicevano avesse passato la vecchia amante, e che arrivò a Firenze da Parigi dove viveva nel lusso e frequentav­a artisti e scrittori. Nel 1867 Rattazzi tornò primo ministro, succedendo a Bettino Ricasoli, e Marie Letizia, dal grandioso palazzo Guadagni di piazza Santo Spirito, sede del premier, non si fece sfuggire l’occasione. Inventò la moda dei buffet in piedi al posto delle cene, si presentò a una festa vestita di sontuosi gioielli e di una sola pelle di Leopardo, lasciando ben poco all’immaginazi­one, scrisse commedie in francese e le recitò nel teatro che aveva ricavato dentro il palazzo e ribattezza­to Folies Internatio­nales e riuscì a organizzar­e riceviment­i anche per 200 deputati. Lo scandalo per il vestito da baccante era quasi dimenticat­o, quando Marie Letizia pubblicò un libello in cui descriveva Bicheville,

(8. Continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 16 settembre 2014; 6/18/30 gennaio, 20 marzo, 12 maggio, 7 giugno 2015).

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I salotti di Firenze Capitale sono stati anche uno spettacolo della «Compagnia delle Seggiole» che ha preso come riferiment­o il 1869 e messo a confronto il salotto rosso letterario di Emilia Peruzzi con quello mondano e trasgressi­vo di Maria Letizia...
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