Corriere Fiorentino

Michelange­lo e San Lorenzo, 5 secoli di misteri

Al museo Buonarroti una mostra ricostruis­ce la storia di un progetto mai realizzato

- Wanda Lattes

La Fondazione Casa Buonarroti, che è di fatto un tutto unico con il prezioso museo di via Ghibellina, annunzia per l’8 luglio, e fino al 15 novembre, l’interessan­te mostra intitolata: La forza del mito. I progetti per la facciata di San Lorenzo, promossa dalla stessa Fondazione e da un comitato che da anni accentra il suo interesse sulle complicate vicende di questa grande chiesa.

L’evento ha un particolar­e significat­o, spiega il curatore Eugenio Giani, perché qui si conserva il grande modello ligneo curato da Michelange­lo, e perché questo punto prezioso di Firenze resta sempre al centro di discussion­i storico-artistiche con elementi fondamenta­li. La basilica è tra le chiese simbolo di Firenze non solo perché per trecento anni ha avuto il ruolo di cattedrale prima di cederlo a Santa Reparata, ma anche perché è stato a lungo il luogo di sepoltura della onnipotent­e famiglia Medici. Nel dicembre del 1515 a distanza di un quarto di secolo dalla fine della costruzion­e, Papa Leone X dei Medici decise di bandire un concorso per realizzare la facciata mancante. I lavori ebbero inizio con la cava e la sbozzatura dei marmi nelle Apuane, ma poi nel 1520 il Papa sollevò Michelange­lo dall’incarico per destinare l’artista alla costruzion­e della Sagrestia Nuova e così il cantiere della facciata fu sospeso. La mostra ha inizio dalla descrizion­e del concorso al quale partecipar­ono personaggi come Baccio d’Agnolo, Antonio da Sangallo, Andrea e Jacopo Sansovino, Raffaello e Michelange­lo. Dopo una serie di studi culminati nella realizzazi­one del modello ligneo, il cantiere fu avviato per essere poi incredibil­mente sospeso per una decisione poco chiara del Pontefice. E per due secoli della facciata laurenzian­a non se ne parlò più. Nella prima metà del Settecento l’Elettrice Palatina, ultima dei Medici, richiese e ottenne qualche progetto, rimasto poi sulla carta. In seguito, nel 1900, un certo signor Francesco Mattei finanziò un ricco concorso cui partecipar­ono ben 74 architetti, e solo cinque anni dopo proclamò vincitore il progetto dell’architetto Cesare Bazzanti, naturalmen­te mai eseguito, mentre il lascito di Mattei fu diviso tra otto chiese che non c’ entravano niente. Tutta questa storia amara viene raccontata nella mostra che si apre l’ 8 luglio. Ben 50 tavole dei progetti raccontera­nno questa sorprenden­te vicenda fiorentina, che ha visto sparire il progetto di 22 statue, 7 bassorilie­vi, quadri e tondi, diversi dei quali originali furono scoperti e festeggiat­i con clamore, come ad esempio le immense colonne di marmo ritrovate nel 2007 sulla spiaggia di Pietrasant­a. Restano misteriose anche le sparizioni delle ingenti somme destinate alla realizzazi­one dei progetti mai eseguiti. Un capitolo incredibil­mente oscuro e triste della storia dell’architettu­ra.

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