Resistenza a orologeria in via Aretina «Arriva il supermercato, siamo finiti»
IL CENTRO E NON SOLO IL CENTRO
L’angolo davanti al Madonnone è il più ambito per la corsa all’acquisto al volo di sigarette, pane, del cappuccino con brioche o anche del mazzo di fiori e del pollo arrosto per la cena. E allora macchine e motorini si posizionano a coprire il tabernacolo con la copia della Madonna in maestà e santi, quella affrescata agli inizi del Quattrocento da Lorenzo di Bicci (l’originale si trova ormai dagli anni Sessanta nella chiesa di San Salvi).
Prima non era così. Lo dicono con rimpianto tutti i commercianti perché prima, dieci anni fa, la strada non si presentava così stretta, aveva una sola fila di posti auto (invece delle due file di ora, una a destra, una a sinistra, perennemente complete): la gente faceva i suoi acquisti al volo e il commercio andava a gonfie vele. E allora ci si può meravigliare se si contano dieci bandoni tirati giù in meno di 200 metri nell’ultimo anno?
La crisi ha morso tutti è vero, ma il «rione del Madonnone» ha anche il problema di essere tagliato da mezza città che transita da Bellariva fino alla piazza della vecchia barriera del dazio (da dove «iniziava» la città) senza soste. La musica sarebbe ancora diversa se non fosse per i longevi residenti di via Aretina che un giretto a piedi in ogni bottega al mattino se lo fanno ancora volentieri: merito loro se resistono attività come le sartine, il barbiere, il calzolaio, la mesticheria, la merceria idem. Di negozio in negozio, come di confessionale in confessionale, si passa ancora il tempo a raccontare aneddoti e problemi quotidiani. Ma cosa succederà quando il bandone del vecchio cinema Variety verrà tirato su per aprire le porte alla nuova Coop? Anche di sabato si sentono arrivare da dentro rumori di trapano e muri che vanno in frantumi, lo spettro del supermercato aleggia nella via, da nord a sud. « Via Aretina cambia come cambia tutta l’Italia, si preferiscono i centri commerciali e gli outlet. Sarà il colpo di grazia alle attività che restano», commenta all’edicola Giovanna Felloni. Ed è vero che un altro discreto gruppo di negozianti si prepara a lasciare attività che hanno fatto la storia di via Aretina «di sotto», come dicono al Varlungo e solo al Varlungo. Chiude a fine anno, dopo mezzo secolo di prelibatezze, la «Rosticceria il Madonnone» dei coniugi Simonetti: «E non so se riusciremo ad affittare a qualcuno il fondo, le tasse strozzano tutte le nuove attività, qualcuno lo dovrebbe capi- re». Tra i cartelli affittasi c’è anche quello di «cedesi attività per pensionamento», al negozio di abbigliamento «Le fantasie di L.S.» della signora Luana: «Vorrei capire se al posto del Variety ci sarà solo il supermercato o anche un centro commerciale, ma il Comune non mi ha ancora risposto». Sotto una damigiana appesa all’entrata del «I’ vino a scroscio» Fosco indica a una a una le attività che hanno chiuso i battenti nell’ultimo anno, il negozio di skate, la merceria, la mesticheria, il «Cucina e dintorni», il pub che si è trasferito: «Uno dei problemi che abbiamo segnalato al Quartiere come associazione dei commercianti del Madonnone è l’entrata del parcheggio coperto di piazza Alberti: venendo da via Aretina le auto devono fare un percorso troppo articolato e preferiscono passare oltre. E poi non c’è un cartello che impedisca ai camion di passare di qui. E questi marciapiedi ridotti a buche e dossi? A turno tutti gli anziani di qui sono passati al reparto ortopedico di Careggi».
Problemi di cui si è parlato all’incontro con il Quartiere. C’era anche Samuele Miniati della pasticceria Renato: «Il presidente Michele Pierguidi ci ha ascoltato e compreso ma ora aspettiamo che Palazzo Vecchio si renda conto della situazione e faccia qualcosa. Senza negozi i quartieri diventano dormitori, la città cambia volto, già qui, dopo le 19 è un deserto, poco illuminato e poco accogliente. Sono le attività commerciali che rendono viva una strada e con questo sistema di parcheggi tanti tra i negozianti non ce la possono fare».
I negozi rimasti sono pochi, come i fiorentini Il rione è destinato a diventare dormitorio