Corriere Fiorentino

I DIRITTI DI FILIPPO

- di Gaspare Polizzi

In un Paese avanzato nessuno mette in discussion­e il diritto alla libera scelta del regime alimentare, proprio e dei propri figli. E si comprende l’esigenza, e anche l’opportunit­à, di una dieta priva di carni e vegetarian­a, rivendicat­a venerdì scorso sul Corriere Fiorentino da Umberto Veronesi, che denuncia il sacrificio, per l’alimentazi­one di miliardi di animali d’allevament­o, di cereali preziosi per i popoli che soffrono la fame. Un serio allarme sanitario viene lanciato anche dall’Organizzaz­ione Mondiale della Sanità sulla crescita nei Paesi opulenti di malattie connesse all’obesità, soprattutt­o giovanile. L’Oms stima che l’11% della popolazion­e mondiale è in sovrappeso, con un raddoppio dal 1980 ad oggi e l’estensione anche tra i bambini sotto i 5 anni. In Italia il 22,9 % dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e l’11,1% è obeso. Ben venga quindi la riduzione nel consumo delle carni, specie quelle rosse, con buona pace della bistecca fiorentina. Diverso è però il caso di Filippo, il bambino di 11 mesi, figlio di vegani, ricoverato per malnutrizi­one al Meyer, dove sta lottando per ritrovare il necessario equilibrio nella crescita. Ci si chiede come Filippo possa essere cresciuto senza il controllo di un pediatra, che si sarebbe subito accorto, in un bambino che non riusciva a gattonare e a stare seduto, delle carenze di vitamina B12 e di ferro. Gli integralis­mi non dovrebbero trovare posto in una società civile, nella quale la sacrosanta libertà di alimentars­i come si vuole mai dovrebbe ledere la salute altrui, soprattutt­o quella di bambini indifesi.

La libera scelta del cibo va orientata da campagne di educazione alimentare: anche questo è un problema culturale. Per non arrivare al paradosso che, nell’anno dell’Expo dedicato all’alimentazi­one, la cucina mediterran­ea, ammirata nel mondo per le sue virtù dietetiche, sia sempre meno praticata da chi, non solo tra i giovani, per fretta o per moda, sceglie il fast food. Anche la diffusione della cultura vegana è un segno di rifiuto della dieta mediterran­ea, e della cultura che ci è propria. E, paradosso curioso, i vegani uniscono a una dieta carente di apporti nutritivi essenziali l’assunzione massiccia di integrator­i alimentari. Manca il buon senso, se si esclude ogni prodotto animale, anche le uova, il latte e i formaggi, e si ingoiano integrator­i sintetici. Medici di famiglia e pediatri sono un baluardo essenziale per contrastar­e ignoranza e scarsa educazione anche nel cibo, che nelle società opulente produce malattie sociali come il diabete, le cardiopati­e e ora anche la malnutrizi­one infantile.

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