Corriere Fiorentino

L’angelo clochard

Luca, vive in piazza D’Azeglio e la pulisce ogni giorno: «Nato qui, amo questo posto»

- di Giulio Gori

La lotta al degrado ha un nuovo, inaspettat­o alfiere: è «Luca il barbone», signore e custode dei giardini di piazza D’Azeglio. Clochard di 54 anni, nel verde della piazza ci vive e ci dorme; ma ha anche un arsenale di scope, rastrelli e secchi con cui tiene pulito. E da qualche giorno ha riempito siepi e ringhiere di cartelli in cui ammonisce i fiorentini: «La vascha sta aspettando i pesciolini, si prega di non buttare bottiglie, sassi, ecc. Tenerla pulita è un dovere civile». E ancora: «Non lasciare lattine nel campo, non è una pattumiera. Ci sono i cestini. Tenerlo pulito è un dovere civile». Tutti firmati «Luca il barbone».

E lui, costretto a restare distante dalla sua piazza per problemi con la giustizia, ora che da qualche mese è tornato a casa vuol rimettere le cose a posto. Del resto, suo padre Alviero era un giardinier­e del Comune di Firenze e si occupava proprio di piazza D’Azeglio. «Voglio bene a questo posto – racconta Luca – Qui sono cresciuto, conosco ogni angolo, ogni segreto». E quando qualche settimana fa un tubo dell’irrigazion­e si è rotto e nessuno sapeva come intervenir­e senza togliere l’acqua a mezzo quartiere, Luca racconta di essere andato dritto verso una vecchissim­a centralina nascosta nell’erba, di cui nessuno sapeva più nulla da anni, e di aver chiuso solo il tubo giusto.

Ma perché quei cartelli? «Qui le cose vanno abbastanza bene – dice – la gente è rispettosa, ma è meglio prevenire che curare». Purtroppo gli episodi spiacevoli succedono, ma «solo quando io non ci sono», assicura: il raid contro l’area giochi per bambini qualche notte fa, il letame rovesciato nella vasca, i cani lasciati correre nel campetto da calcio sull’erba sintetica inaugurata due settimana fa. «Ma anche stamani alle 5 – racconta – ho fermato dei ragazzi che dopo essere stati qui a bere, facevano le corse tra le aiuole con gli scooter. Era quasi l’ora di un professore che viene sempre per primo a portare a spasso il cane. Poteva essere pericoloso per lui e li ho fatti smettere». Conosce le abitudini di tutti, Luca il barbone; così, sotto la fonte ha piazzato una bacinella d’acqua: «È per tre cani molto vecchi. I loro padroni si fermano a chiacchier­are anche per un’oretta e si dimentican­o di loro. Ma i cani hanno sete. E se nessuno ci pensa...».

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Luca in piazza D’Azeglio, in alto uno dei suoi cartelli anti-degrado
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