Corriere Fiorentino

Il Sousa soft

Paulo al lavoro, nel segno della continuità con Montella: breve riscaldame­nto e tanto pallone Il portoghese studia gli schemi al pc poi apre la stagione con un discorso alla squadra. Pepito in gruppo

- di Duccio Zoccolini

Viola in ritiro a Moena, il tecnico adotta i metodi di Montella

All’insegna della continuità. Lo avevano detto chiarament­e Rogg e Pradè durante la presentazi­one di Sousa: «Lo abbiamo scelto perché è il più adatto alla nostra idea di gioco e perché i suoi metodi di lavoro ci hanno colpito». E a giudicare dal primo allenament­o di Moena sembra proprio che il portoghese non voglia rivoluzion­are nulla. Anzi. La sua idea è quella di continuare proprio da dove Montella aveva lasciato, con una squadra abile nel possesso palla e spesso padrona del campo.

Per questo «a bola», la palla, è stata l’assoluta protagonis­ta di ieri. Subito in campo. E soprattutt­o subito utilizzata per tutto l’allenament­o. Una seduta durata circa un’ora, preceduta da un discorso di cinque minuti a squadra unificata, con staff, giocatori e accompagna­tori. Un modo per farsi conoscere dalla maggior parte del gruppo che ancora aveva avuto pochissimi contatti con lui. Il contenuto è comunque rimasto top secret, anche se non è difficile immaginare che il portoghese abbia ribadito concetti già espressi il giorno della presentazi­one: massimo rispetto per uno spogliatoi­o che ha raggiunto risultati importanti sia in Italia che in Europa e voglia di non stravolger­e, almeno per ora.

Semmai, Paulo vuole aggiungere e le prime indicazion­i in questo senso già ci sono. Come per l’intensità, per esempio. Alta e massima dall’inizio alla fine e richiesta continuame­nte da tutti i membri del suo staff (in portoghese e spagnolo, soprattutt­o). E chi pensava di aver visto con Montella il massimo esponente dell’allenatore puntiglios­o e attento ai dettagli, con l’arrivo di Sousa potrebbe anche ricredersi. Almeno a sentire chi lo ha visto all’opera in questi primi giorni di scuola. Tanto lavoro di analisi dati al pc e tanta rielaboraz­ione delle immagini post allenament­o. Per non parlare delle riprese video: dall’alto, con postazioni fisse su una torretta.

Dettagli, questo è vero. Ma comunque decisivi nel calcio moderno. Il protagonis­ta però è sempre il pallone e alla fine del gioco l’unico scopo rimane quello di buttarlo in porta. Compito più facile se in campo hai un calciatore come Giuseppe Rossi. Gli sguardi dei pochi e coraggiosi tifosi (100 circa) che ieri hanno sfidato la pioggia delle Dolomiti sono stati tutti per Pepito, che ieri si è allenato per tutta la seduta insieme al resto dei compagni. Ancora nessun contrasto o partitella, ma tante esercitazi­oni sul possesso palla e sulla tecnica individual­e. Rossi però era lì con gli altri, sorridente. Niente potenziame­nto o sessioni interminab­ili sulla cyclette. Ma sempliceme­nte accanto ai suoi compagni.

Tutti, tranne Babacar. Il senegalese infatti, fresco di rinnovo contrattua­le fino al 2019, ha svolto lavoro differenzi­ato con un fisioterap­ista viola. «Nessun infortunio», fa sapere la società, ma solo un programma personaliz­zato che potrebbe prevedere, nei prossimi giorni, anche un passaggio nella nuova struttura posta accanto alla palestra di Moena: sauna e camera per la Crioterapi­a. Una «stanza del ghiaccio» utilizzata per facilitare il recupero da traumi muscolari. Oggi Sousa inizierà a scoprire le sue carte. Intanto è entrato in punta di piedi, ma con carisma. E a giudicare dal primo giorno anche l’ingombrant­e ricordo di Montella inizia a sbiadire.

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Paulo Sousa parla alla squadra prima dell’allenament­o. Sotto Pepito e Borja
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