Il Sousa soft
Paulo al lavoro, nel segno della continuità con Montella: breve riscaldamento e tanto pallone Il portoghese studia gli schemi al pc poi apre la stagione con un discorso alla squadra. Pepito in gruppo
Viola in ritiro a Moena, il tecnico adotta i metodi di Montella
All’insegna della continuità. Lo avevano detto chiaramente Rogg e Pradè durante la presentazione di Sousa: «Lo abbiamo scelto perché è il più adatto alla nostra idea di gioco e perché i suoi metodi di lavoro ci hanno colpito». E a giudicare dal primo allenamento di Moena sembra proprio che il portoghese non voglia rivoluzionare nulla. Anzi. La sua idea è quella di continuare proprio da dove Montella aveva lasciato, con una squadra abile nel possesso palla e spesso padrona del campo.
Per questo «a bola», la palla, è stata l’assoluta protagonista di ieri. Subito in campo. E soprattutto subito utilizzata per tutto l’allenamento. Una seduta durata circa un’ora, preceduta da un discorso di cinque minuti a squadra unificata, con staff, giocatori e accompagnatori. Un modo per farsi conoscere dalla maggior parte del gruppo che ancora aveva avuto pochissimi contatti con lui. Il contenuto è comunque rimasto top secret, anche se non è difficile immaginare che il portoghese abbia ribadito concetti già espressi il giorno della presentazione: massimo rispetto per uno spogliatoio che ha raggiunto risultati importanti sia in Italia che in Europa e voglia di non stravolgere, almeno per ora.
Semmai, Paulo vuole aggiungere e le prime indicazioni in questo senso già ci sono. Come per l’intensità, per esempio. Alta e massima dall’inizio alla fine e richiesta continuamente da tutti i membri del suo staff (in portoghese e spagnolo, soprattutto). E chi pensava di aver visto con Montella il massimo esponente dell’allenatore puntiglioso e attento ai dettagli, con l’arrivo di Sousa potrebbe anche ricredersi. Almeno a sentire chi lo ha visto all’opera in questi primi giorni di scuola. Tanto lavoro di analisi dati al pc e tanta rielaborazione delle immagini post allenamento. Per non parlare delle riprese video: dall’alto, con postazioni fisse su una torretta.
Dettagli, questo è vero. Ma comunque decisivi nel calcio moderno. Il protagonista però è sempre il pallone e alla fine del gioco l’unico scopo rimane quello di buttarlo in porta. Compito più facile se in campo hai un calciatore come Giuseppe Rossi. Gli sguardi dei pochi e coraggiosi tifosi (100 circa) che ieri hanno sfidato la pioggia delle Dolomiti sono stati tutti per Pepito, che ieri si è allenato per tutta la seduta insieme al resto dei compagni. Ancora nessun contrasto o partitella, ma tante esercitazioni sul possesso palla e sulla tecnica individuale. Rossi però era lì con gli altri, sorridente. Niente potenziamento o sessioni interminabili sulla cyclette. Ma semplicemente accanto ai suoi compagni.
Tutti, tranne Babacar. Il senegalese infatti, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2019, ha svolto lavoro differenziato con un fisioterapista viola. «Nessun infortunio», fa sapere la società, ma solo un programma personalizzato che potrebbe prevedere, nei prossimi giorni, anche un passaggio nella nuova struttura posta accanto alla palestra di Moena: sauna e camera per la Crioterapia. Una «stanza del ghiaccio» utilizzata per facilitare il recupero da traumi muscolari. Oggi Sousa inizierà a scoprire le sue carte. Intanto è entrato in punta di piedi, ma con carisma. E a giudicare dal primo giorno anche l’ingombrante ricordo di Montella inizia a sbiadire.