«Nella stessa trincea per combattere le crisi delle aziende»
Alberto Ricci, presidente Confindustria Livorno: la neo segretaria della Cgil Dalida Angelini rivendica il ruolo del sindacato negli «accordi di programma» su Piombino e Livorno: è uno strumento davvero importante anche per voi imprenditori?
«Lascio ad altri la valutazione di chi lo può rivendicare: sicuramente è uno strumento potente per la soluzione di crisi complesse. Ma dipende dalla volontà di tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle istituzioni».
Ma al di là di questi accordi come è il rapporto con la Cgil?
«Il nostro livello di relazione industriali sulla costa è buono: parte da dati oggettivi, cioè dalla comprensione che l’obiettivo comune è l’occupazione e il lavoro, ci fa trovare dalla stessa parte nell’affrontare le crisi aziendali».
Un imprenditore felice dei sindacati?
«Nel rispetto delle posizioni, a volte opposte. La nostra associazione è un libero sindacato di aggregazione di imprese, loro tutelano i lavoratori. Il problema è come si tutela. Se il confronto è senza pregiudiziali, troviamo punti di incontro. Se partiamo con i pregiudizi, ci troveremo lontani. La crisi accomuna l’obiettivo. Molto spesso ci siamo trovati su posizioni vicine. Non ho avuto nessun problema nel riconoscere che alcuni associati, leggi Trw, hanno tenuto un comportamento da stigmatizzare. Se la stessa onestà intellettuale ci fosse anche nel sindacato, farebbe bene a tutti».
Il Jobs act viene però criticato, dalla Cgil. E voi?
«È prematuro darlo. Si critica la decontribuzione perché non legata al mantenimento del posto del lavoro? Se è migliorabile, lo vedremo solo col tempo. Sono tutte riforme emanate da poco, questi giudizi mi paiono molto affrettati, per non dire peggio. L’italia è ancora un paese molto fazioso. Dobbiamo invece analizzare in maniera lucida gli eventi, per gestire un paese civile e complesso, senza cercare solo il consenso».
Angelini ha criticato anche l’apertura della Regione ai privati in sanità.
« È una materia talmente complessa che per principio non prendo posizioni: in troppi si esprimono dando solo una parte di verità. Il modello sanitario toscano è stato finora di esempio, relativamente virtuoso e con buone prestazioni. Tutti si devono domandare: è ancora sostenibile economicamente? Se la risposta è sì, niente da dire. Se la risposta è no, occorre cambiare. E allora capiamo il ventaglio di risposte possibili, tra cui ci sono anche le aziende private. Se si apre, che ci sia vera libertà per i privati. Ma affrontiamo tutte le questioni in termini concreti».
E sulla partecipazione dei lavoratori alle aziende, modello tedesco?
«È un problema di libera scelta aziendale. Noi abbiamo già modelli contrattuali con maggiore partecipazione dei risultati esercizio dei lavoratori».
Autocritica Ho condannato le scelte di Trw, dai sindacati vorrei uguale obiettività