Simoni: «Fermatevi in tempo o finirete fuori dal partito»
La deputata pontiera: non sottovalutiamo la frattura a sinistra
e che gli sia necessario ridefinirsi in maniera più netta come partito di riformista, anche con l’ambizione di guidare in Europa una rinascita del riformismo progressista che è evidentemente in crisi, tanto da aver perso la sintonia con il proprio corpo elettorale e da non essere più capace di trovare soluzioni diverse da quelle dei conservatori. Malgrado questo, la vicenda sestese è un’altra cosa. E la sindaca (che si definisce renziana) è stata votata dal 56 per cento dei cittadini di Sesto che io continuo a definire politicamente e culturalmente più di sinistra di altre realtà».
Su inceneritore e aeroporto il Pd ha fatto errori?
«Questa è una discussione ci ha visto ritardare delle decisioni necessarie. I cittadini, come spesso accade, si sono dimostrati più avanti del gruppo dirigente. Se Enrico Rossi prende il 60% a Sesto vuol dire che quella scelta è quella giusta».
E ora? Cosa vuole dire agli oppositori di Biagiotti?
«Di non cedere all’opportunità politica di una fase che vede il Pd in difficoltà, anche per responsabilità proprie, e uno spazio a sinistra che si crea, ma non ha futuro. Questa opportunità politica, legittima, diventa opportunismo quando non guarda al bene della comunità Sestese. Vorrei dirgli di riflettere sulle conseguenze».
Non sarebbe un onta per il partito far arrivare il commissario alla guida del Comune?
«Sto facendo il commissario a Roma per il Pd nazionale a seguito della vicenda di “Mafia capitale” e pensare a un commissariamento di Sesto solo per ragioni politiche, in una fase così delicata, mi pare una follia. Un commissario, comunque, sostituisce una scelta democratica fatta dai cittadini non più di un anno fa».