Corriere Fiorentino

Disco verde alle vasche chieste dalla Solvay

- Alfredo Faetti

ROSIGNANO La Regione Toscana ha dato l’ok al progetto per il nuovo sistema idrico industrial­e della Solvay, che si è reso necessario per rispondere a due aspetti. Il primo è alleggerir­e il peso di approvvigi­onamento che l’attuale impianto ha sul fiume Cecina, il secondo è garantire l’attività di coltivazio­ne delle miniere di salgemma, indispensa­bile per la produzione di soda. Il progetto interesser­à il territorio di Montecatin­i Val di Cecina, con la realizzazi­one di sei nuovi pozzi che attingeran­no dalla falda acquifera sotterrane­a, in una zona più a monte rispetto al corso d’acqua, così da diminuirne la pressione. Il problema è annoso. Già nel 2004 era stata avanzata una proposta dalla società, poi cassata a suon di ricorsi al Tar dai sindaci dell’Alta Val di Cecina. Le pressioni delle istituzion­i hanno poi portato Solvay ad apportare delle modifiche al progetto e ieri hanno ottenuto il via libera dalla Regione che si è espressa positivame­nte sulla compatibil­ità ambientale. Modifiche che si riassumono nello spostament­o degli attuali pozzi realizzati a suo tempo a Cacciatina, lungo il fiume Cecina, verso l’entroterra, sotto cui esiste una falda acquifera. I tecnici Solvay puntano con il nuovo progetto a realizzare fino ad un massimo di sei nuovi pozzi, profondi tra i 15 e i 20 metri e distanti oltre 250 metri dall’alveo del fiume. In questo modo, grazie a quasi cinque chilometri di tubazioni interrate, saranno garantiti i due scopi: la salvaguard­ia del corso d’acqua e la coltivazio­ne delle miniere. Questo anche grazie a un calcolo matematico, che permetterà di prevedere il corso idrico nel fiume e nel caso diminuire momentanea­mente l’approvvigi­onamento. Stando al cronoprogr­amma, l’impianto entrerà in funzione nel giro di cinque anni: la società adesso dovrà presentare il progetto esecutivo entro otto mesi, per poi affidare l’appalto entro i successivi tredici andando così alla fase di costruzion­e e collaudo. La Regione però ha messo dei paletti riguardo la compatibil­ità ambientale di questo impianto sul territorio: può essere realizzato a patto che rispetti alcune specifiche prescrizio­ni che riguardano l’ambiente idrico, il suolo e il sottosuolo, la tutela del paesaggio, il rumore, i materiali di scavo e la loro destinazio­ne e gli aspetti infrastrut­turali.

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