Corriere Fiorentino

«La bandiera greca? Per solidariet­à Referendum pure qui»

Intervista a ruota libera col sindaco di Livorno Nogarin Il drappo sul Comune, l’euro, l’Italia e i Cinquestel­le

-

«Ho provato a mettermi nel silenzio della notte a pensare. Mi sono chiesto come sarebbe se una cosa così accadesse qui, da noi. Ho realizzato che cambierebb­e tutta la prospettiv­a della mia vita, delle nostre famiglie». Filippo Nogarin, sindaco Cinquestel­le di Livorno, è rimasto molto colpito dalla vicenda greca di queste settimane. Tanto che le riflession­i personali si sono trasferite su una manifestaz­ione istituzion­ale di vicinanza alla Grecia, con l’esposizion­e della bandiera nazionale biancazzur­ra sulla facciata del Comune. Nogarin proietta le difficoltà del popolo greco sulla vicenda economica italiana, arrivando ad ipotizzare che rimanere nell’Euro, per il nostro Paese, potrebbe voler dire vivere le stesse difficoltà della nazione guidata da Alexis Tsipras. Per questo, secondo il sindaco livornese, «sarebbe necessario anche qui un referendum».

Bandiera greca sul Municipio, casa di tutti i livornesi. È stata coniata la repubblica labronico-elenica?

«No… (ride) La bandiera è stata esposta al secondo piano, lontano dalle altre bandiere istituzion­ali. Si tratta di un gesto di solidariet­à al popolo ellenico in grande difficoltà. Una questione che ci è molto vicina al di là della problemati­ca del referendum. La loro situazione finanziari­a non è lontana da quelle come la nostra: nazioni che vivono un’Europa a traino della Merkel…»

Ma qual è il messaggio che lei ha voluto dare? Spendete di più di quanto avete e qualcuno pagherà per voi?

«Gli interessi che vengono applicati al debito sono più alti della quota stessa del prestito: parliamo di questo. Il messaggio non è “spendete, tanto qualcuno paga”, il punto è perché bisogna essere penalizzat­i dopo che si è formata economia disequilib­rata nell’Europa». Scusi sindaco, ma se l’Europa fa così schifo, perché la Grecia non vuole uscirne?

«Non vuole uscire dall’Europa perché vuole solo uscire solo dalla morsa di una moneta pensata in questa maniera. È una cosa che ci dovrebbe interessar­e, visto che siamo il Paese che ha difficoltà finanziari­e più vicine a quelle dei greci».

Intanto in Grecia è tornata l’economia del baratto. Non proprio un successone…

«Il mio è un atto di solidariet­à verso un popolo a prescinder­e da come sono precipitat­e le cose. Non discuto le motivazion­i che hanno condotto a quella condizione economica, né la condizione in sé. Credo sempliceme­nte che sia necessario avere rispetto e attenzione per il momento storico di un popolo».

Ma lei è davvero convinto che per battere la politica del rigore senza crescita l’arma più efficacie sia quella del populismo, cioè delle promesse infondate, del richiamo all’orgoglio nazionale?

«Questo no, quello dei populisti in genere è un percorso che non può portare alcun frutto. Ma sia chiaro che non può essere nemmeno la finanza a dettare le regole. Non è folle pensare che quel che è accaduto lì possa accadere ad altri Paesi. Insomma la sovranità monetaria

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy