Lo Stato non paga, scuole paritarie in bolletta
Ai 334 istituti toscani mancano 9 milioni: si fanno mutui per gli stipendi dei prof
Le scuole paritarie della Toscana, circa mille tra quelle comunali e gli istituti legati a enti o realtà cattolici, non hanno ancora ricevuto i 9 milioni e 257 mila euro a loro destinati dallo Stato, attesi dall’anno scolastico 2013-2014. Le paritarie private stanno soffrendo economicamente: quelle comunali hanno potuto «reggere il colpo» grazie ai bilanci della amministrazioni, ma le 334 realtà (principalmente cattoliche) sono state costrette o a accedere al credito, indebitandosi pesantemente o a sospendere il pagamento degli stipendi ai docenti. La vicenda va ormai avanti da mesi (se ne era occupato anche l’ex consigliere regionale Marco Carraresi), ma per il momento ci sono solo soluzioni tampone. Il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi ha annunciato che arriveranno «fondi certi e in tempi brevi alle scuole paritarie». Ma si tratta «di quelli per il 2015», e conferma: «Sappiamo che i fondi pregressi sono bloccati in Regione». Ma non è neanche colpa della Regione.
«Si è creata un intoppo — spiega Leonardo Alessi della Fism, la federazione che riunisce le scuole paritarie cattoliche — i 9,2 milioni che dovevano essere distribuiti dallo Stato, per problemi burocratici e patto di stabilità, sono stati indirizzati alla Regione Toscana dal Governo per versarli alle scuole. Solo che anche la Regione ha avuto gli stessi vincoli». Austerity e burocrazia che impediscono l’erogazione dei fondi. E si parla di cifre attese da due anni. Per far fronte alla situazione, la Fism ha stretto «convenzioni con alcuni istituti di credito», aggiunge Alessi.
«Abbiamo cercato soluzioni — dice l’assessore regionale Vittorio Bugli — abbiamo sbloccato 1,5 milioni di euro, speriamo di sbloccare tra qualche settimana altri due milioni. Ma ancora mancano gli accordi con il Governo: speriamo di vederci con l’esecutivo. E presto». Alessi spera che si tratti di « un unicum: per il 2015 pagherà direttamente lo Stato». E intanto, conferma Toccafondi, «l’acconto per il 2015 va proprio a tamponare la situazione pregressa». D’ora in poi, i soldi arriveranno tramite le Direzioni scolastiche regionali. Sempre che Patto di stabilità, austerity, contenzioso tra Regioni e Governo sui tagli della spending review non provochino altri guai ad un settore in cui, solo per le cattoliche, lavorano almeno 4 mila persone in Toscana.